Ci consigli un libro per introdurre l’idea della morte a nostro figlio di quattro anni? –Domenico

Di libri sull’argomento ne hanno scritti tanti ma nessuno risparmierà a vostro figlio la durezza del momento in cui perderà qualcuno di caro. Perché l’unica vera introduzione alla morte è la morte stessa. Però bisogna dire che i decessi non sono tutti uguali. Il primo a far parlare di morte in casa nostra è stato Jack, un pesce rosso giapponese. Gli avevamo comprato l’acquario, le alghe, una pompa a ossigeno, ci siamo informati su come nutrirlo e farlo stare bene. Ma un giorno, mentre le mie figlie erano a scuola, Jack si è nascosto in un angolo ed è morto.

Il mio primo istinto è stato quello di farlo sparire e raccontare alle bambine che lo avevo liberato nel lago, ma poi ho capito che quel povero pesce ci stava offrendo un’occasione unica per parlare della morte.

Ho spiegato l’accaduto alle bambine: “Jack si è ammalato e ora non c’è più. Il suo corpo ci sarà ancora per un po’, ma molto presto si scioglierà nell’acqua del lago”. Il fatto che fosse solo un pesce rosso mi ha permesso di dire le cose esattamente come stavano, senza giri di parole.

E anche se la tristezza delle bambine non è durata a lungo, il messaggio è arrivato: “Papà, oggi Jack è ancora morto?”, mi ha chiesto mia figlia il giorno dopo. “Sì, è ancora morto. Perché quando qualcuno ci lascia, purtroppo non torna più”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it