Convivo con il mio ragazzo da anni contro il parere dei miei genitori e ora ho deciso di sposarlo, ma i miei m’impongono un matrimonio pomposo e religioso. Che faccio scappo?–Orsa
Vent’anni fa nella mia famiglia è accaduto un episodio di cui si parla ancora. Mia zia, buddista della prima ora (cioè buddista da prima di Richard Gere ma comunque dopo Tina Turner), ha avuto una bambina e ha annunciato che non l’avrebbe battezzata. Mia nonna se n’è fatta una malattia e così sua sorella, mossa da uno slancio di pietà e dal suo grosso conto in banca, ha offerto a mia zia dieci milioni di lire se avesse battezzato la figlia.
Tra i parenti si è acceso il dibattito: “Tu che faresti?”; “Io incasserei i milioni, tanto se non ci credi il battesimo è solo acqua”; “Ma scherzi? Non bisogna calpestare i propri princìpi per soldi”. Alla fine mia zia ha declinato l’offerta e mia cugina è cresciuta nel peccato (ed è cresciuta benissimo).
Nel vostro caso, però, l’attuale situazione economica non permette sconti: è arrivata l’ora di tassare i genitori prepotenti, e se i tuoi sono pronti a offrirvi migliaia di euro per imporvi un certo tipo di matrimonio, ben venga. Ditegli di organizzare e pagare tutto loro – lista degli invitati, chiesa, menù, bomboniere – e in più di farvi un bel bonifico di diecimila euro. Vi serviranno per scappare ai tropici dopo le nozze e per sposarvi, questa volta per davvero, su una spiaggia al tramonto. E così vivrete tutti felici e contenti.
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