L’opera buffa è nata nel XVIII secolo a Napoli diffondendosi lentamente nel resto d’Italia. Ma da decenni i suoi veri epicentri sono i due storici palazzi romani che ospitano camera e senato. Le loro poltrone di velluto ricordano molto i teatri dell’opera. È lì che le comparse creative del paese di navigatori, poeti e santi cavalieri hanno fatto piovere banconote e alzato il cappio, hanno tagliato la mortadella e si sono improvvisati pugili come sul ring.
È lì che in un’atmosfera circense abbiamo ammirato scene da Colosseo e cori da stadio nonché osservato un dilettante nel ruolo di un ministro all’oscuro di chi gli avesse comprato la casa. È lì che un attore geniale come Domenico Scilipoti si è improvvisato nell’inconsueto ruolo di bastonatore di traditori e Alessandra Mussolini si è rilevata maestra indiscussa della sceneggiata napoletana.
Su un palcoscenico così adatto poteva forse mancare il colpo di teatro di un personaggio con impareggiabile talento per la farsa come il re di Arcore? Ovvio che no.
Tormentato da profondo travaglio ha ribaltato un importante annuncio fatto poco prima. Da esperto protagonista di vent’anni di reality ha nascosto il trucco abbondante del suo viso in due mani, scoppiando in un pianto commovente. Con leggendaria generosità ha regalato alle televisioni internazionali
immagini eloquenti sulla serietà del mondo politico italiano.
E con pieno merito è stato omaggiato da applausi scroscianti.
Di talento poliedrico, in molti anni di carriera l’attore ha coperto molti ruoli diversamente berlusconiani, da simpatico seduttore a milionario straviziato, da padre di famiglia a rubacuori, da monarca a uomo politico, da vittima della giustizia a evasore fiscale.
Per festeggiare il suo compleanno pochi giorni fa è stata scelta ovviamente Napoli, luogo di origine dell’opera buffa. Il festeggiamento è avvenuto in una una tele-cerimonia davanti a un’enorme torta con ritratto del Cavaliere che nessuno osava tagliare per paura di infilare il coltello nel roseo viso zuccherato del festeggiato.
Degna la frase di Albert Einstein che l’attrice Mara Carfagna ha dedicato allo statista 77enne: “I grandi spiriti hanno sempre ricevuto violenta opposizione da parte delle menti mediocri”.
Un’elegante signora si è commossa: “Adoro Berlusconi. Bisognerebbe clonarlo perché in futuro ci mancherà terribilmente”.
La gentile signora si sarebbe senz’altro tranquillizzata se avesse sentita la frase pronunciata dal geniale attore solo due giorni dopo: “Anche se mi uccidono non muoio mai”.
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