Da qualche giorno l’Italia è di nuovo sulle prime pagine dei quotidiani francesi. Questa volta grazie a Cesare Battisti, 49 anni, dal 1990 residente a Parigi, di mestiere portinaio e scrittore, nel 1978 condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi e tre ferimenti, nel 1981 evaso dal carcere di Frosinone. Il 10 febbraio è stato arrestato nell’attesa di essere consegnato all’Italia, che ne ha chiesto l’estradizione. E su Le Monde e Libération è cominciata una campagna in sua difesa. Da un punto di vista puramente tecnico, la campagna sembra giusta: le leggi francesi vietano l’estradizione verso paesi che non prevedono un nuovo processo per persone condannate in contumacia. E anche più in generale: i fatti sono stati commessi trent’anni fa, è arrivato il momento di chiudere i conti con gli anni di piombo. Ma quando per esempio lo scrittore Daniel Pennac su Le Monde difende Battisti paragonando gli anni del terrorismo alla Comune di Parigi, l’impressione è che stiano proprio esagerando.

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