Va bene, ammettiamo che Adriano Sofri abbia ragione e che sia meglio rifinanziare la missione italiana in Afghanistan, mettendo da parte le questioni di coscienza, vere o fasulle che siano. Ammettiamo pure che Emma Bonino non abbia tutti i torti chiedendo a Romano Prodi un ritiro dall’Iraq graduale e concordato. Possiamo perfino trovarci d’accordo con Gianni Riotta, quando dice che lui sta con Israele perché la sola pace è nella libertà. Però vorremmo anche sentir dire che non è ingenuo o infantile volere, chiedere, addirittura pretendere che la parola guerra sia cancellata dal vocabolario della politica e della diplomazia; che l’uso delle armi come metodo per risolvere i conflitti è semplicemente incivile, indegno, ingiusto; che abituarsi al numero di civili morti ogni giorno in guerra è il segno preoccupante del grado di barbarie che abbiamo, tutti, raggiunto.
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