Oggi mancano cinque minuti alla mezzanotte. Da sessant’anni gli scienziati del Manhattan Project, che lavorarono alla prima bomba atomica, spostano avanti e indietro le lancette dell’orologio che indica l’avvicinarsi di una catastrofe nucleare. L’ultima volta furono spostate in avanti dopo gli attentati dell’11 settembre. E mancavano sette minuti. A metà gennaio le hanno spostate di nuovo. Il mondo non è mai stato così vicino a una guerra nucleare. La colpa è delle 26mila testate atomiche ancora in circolazione. Soprattutto negli Stati Uniti e in Russia. Ma la proliferazione atomica è incoraggiata anche dallo sviluppo del nucleare civile. Perché c’è sempre meno petrolio, e per quel poco petrolio c’è chi è pronto a combattere ovunque nel mondo e a calpestare i diritti civili. Le risorse energetiche sono al centro dei giochi geopolitici. Secondo Michael Klare siamo entrati nell’epoca dell’energofascismo.
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