“Le agenzie d’intelligence non dovrebbero permettere che queste notizie false circolino tra la gente, un ennesimo colpo contro di me. Viviamo nella Germania nazista?”. Il linguista George Lakoff ha proposto una classificazione dei tweet di Donald Trump, per capirli meglio.
Ci sono tweet che appartengono alla categoria del “framing preventivo”, per dare un’interpretazione dei fatti prima che lo facciano altri (per esempio: dire che la sua è stata una vittoria schiacciante, mentre ha vinto con un margine meno ampio di altri presidenti e ha addirittura perso nel voto popolare). Ci sono i “diversivi”, che servono a Trump per distogliere l’attenzione da questioni delicate (per esempio: il giorno in cui ha accettato di pagare 25 milioni di dollari a seimila studenti truffati da una delle sue università, ha scritto un tweet contro una compagnia teatrale colpevole di averlo criticato; il risultato è che tutti hanno parlato del tweet e nessuno della truffa).
Il “ballon d’essai” invece è quando Trump lancia un’idea per vedere come reagiscono le persone. Gli serve a capire se è qualcosa su cui insistere o no (per esempio: gli Stati Uniti devono rafforzare il loro arsenale nucleare?). Infine c’è il “cambio di direzione”, quando Trump attacca il messaggero, cioè chi ha tirato fuori la notizia sgradita. Nel tweet sulla Germania nazista le quattro categorie ci sono tutte: Trump definisce false le ipotesi di una possibile interferenza russa nelle elezioni statunitensi (framing preventivo), svia l’attenzione dal contenuto delle informazioni (diversivo), paragona le agenzie d’intelligence ai nazisti (cambio di direzione) e si chiede se i servizi segreti non dovrebbero impedire la diffusione di queste notizie (ballon d’essai).
Per leggere correttamente i tweet di Trump, il consiglio di Lakoff è di andare alla sostanza dei fatti e smontare i meccanismi della comunicazione per poterli riconoscere.
Questa rubrica è stata pubblicata il 24 marzo 2017 a pagina 9 di Internazionale.Compra questo numero | Abbonati
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