Alcuni lettori di Internazionale su iPad, iPhone e Android hanno fatto in tempo a notare un refuso, poi corretto, nel menù: la sezione “immaggini”, con due g. Non è stata colpa dell’influsso romanesco, anche se la redazione di Internazionale è a Roma e romani sono molti redattori. La maggioranza invece proviene da altre parti d’Italia. Così quando bisogna scegliere certe parole, scoppia la guerra interregionale.
La più recente si è svolta intorno alla pizza: la parte più esterna, che alcuni lasciano nel piatto, come si chiama? Crosta, hanno risposto i romani e i nordici. Cornicione, ha rivendicato il copy editor napoletano. Alla fine ha vinto bordo: generico, ma lo capiscono tutti. Per anni si sono scontrati i sostenitori dell’aggettivo fico e i difensori della variante settentrionale figo, che oggi, grazie a un irriducibile vicedirettore milanese, è la forma prevalente su Internazionale. Infine, discutiamo ogni volta che dobbiamo dare un nome a una cosa che fanno tutti gli studenti: saltare le lezioni.
Bruciare, bigiare, fare sega, nnargiare, fare gavetta, fare fuoco, fare filone, fare salasso, andare in marina e forcare sono le espressioni che i redattori di Internazionale usavano al liceo. La diplomazia è al lavoro. Finora una cosa è certa: l’italiano marinare è il meno usato di tutti.
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