È la bibbia dei giornalisti statunitensi. In cinquecento pagine raccoglie le indicazioni da seguire per scrivere in modo chiaro, corretto e coerente: dall’ortografia al lessico, dalla grammatica alla costruzione delle notizie, dai neologismi ai numeri, dalle maiuscole alle abbreviazioni, dalle sigle al codice deontologico dei giornalisti. S’intitola The Associated Press stylebook and briefing on media law, ma è conosciuto semplicemente come Ap stylebook, il manuale di stile dell’Associated Press (Ap).
Creato nel 1953 per i giornalisti dell’agenzia di stampa, negli anni è diventato un punto di riferimento per tutti. Viene aggiornato ogni anno, con nuove regole e scelte che fanno sempre discutere, perché sono inevitabilmente il riflesso del loro tempo.
Come l’adozione, nel 1980, del titolo femminile Ms (accanto al tradizionale Mrs), per rispettare il diritto delle donne a non rivelare il loro stato civile. O, nel 2000, il debutto di alcune parole legate a internet, come byte, chat room e url. Nel 2008 ha bandito la parola homosexual sostituendola con gay e lesbian. Nel 2010 ha aggiunto un capitolo sui social network. Quest’anno, nella sessantesima edizione del manuale, sconsiglia l’uso dell’aggettivo illegal riferito agli immigrati: “Va usato per descrivere azioni, non persone”.
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