Pierre Bourdieu, Ragioni pratiche
Il Mulino, 240 pagine, 12,oo euro
Da tempo gli scienziati sociali discutono su cosa spinga le persone ad agire. Alcuni, come gli economisti che aderiscono alla teoria della scelta razionale, ritengono che ogni individuo cerchi sempre di seguire i propri interessi.
Altri, come certi antropologi strutturalisti, pensano che siamo mossi da regole sociali.
Pierre Bourdieu (1930-2002) riteneva che queste due posizioni apparentemente contrastanti in realtà coincidessero. “Se la scelta è perfettamente logica”, scriveva, “non si vede in cosa differisca dalla pura e semplice accettazione delle forze del mondo, in che senso resti una scelta”.
Così elaborò la sua teoria dell’azione, a cui questo libro complesso costituisce un’introduzione: le persone agiscono sulla base delle abitudini (regole di comportamento, preferenze) che hanno appreso da bambini. Le abitudini però possono modificarsi, perché le persone le adattano ai cambiamenti della vita o perché capiscono all’improvviso di doverne assumere di nuove.
Questi spostamenti di gusti e pratiche fanno vacillare gli equilibri sociali. Dominare, infatti, significa in primo luogo riuscire a imporre agli altri, senza che questi ne siano consapevoli, le proprie scelte e preferenze. Se chi è dominato cambia abitudini, innesca un conflitto con chi lo domina. Per questo interrogarsi sulle regole che condizionano il nostro modo di stare al mondo può permetterci di cominciare a cambiarlo.
Internazionale, numero 865, 24 settembre 2010
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