Elisabeth Badinter, Mamme cattivissime?

Corbaccio, 176 pagine, 16 euro

Secondo Elisabeth Badinter, la filosofa femminista che qualche anno fa con L’amore in più criticò radicalmente la nozione di istinto materno, sulle donne (occidentali) di oggi pesa una nuova grave minaccia: un’offensiva reazionaria che torna a relegarle al ruolo di madri imponendo loro, in nome di una “natura” assoluta e indiscutibile, di partorire i figli senza anestetici, di allattarli al seno, di restare con i bambini per anni prolungando il più possibile il congedo parentale, di sacrificare per loro la propria libertà, la propria vita sentimentale e lavorativa.

Di fronte a queste pesanti richieste ideologiche le donne sono alle strette: in alcuni paesi, come l’Italia, dove le pretese sociali nei confronti delle madri si combinano con l’assenza di welfare, finiscono per fare pochi figli. In altri, come la Francia, dove non è così scandaloso che una madre si dedichi un po’ meno ai propri figli e dove lo stato elargisce aiuti, la popolazione non decresce in modo altrettanto sensibile.

La vena polemica a cui si deve il grande successo di questo libro, che pure centra un punto importante, è anche il suo limite maggiore. L’autrice sceglie di criticare per pagine e pagine le campagne a favore dell’allattamento al seno piuttosto che approfondire le ragioni (anche economiche) che oggi più che in passato portano molte donne ad assecondare le eterne pretese di chi le vuole mamme e basta.

Internazionale, numero 920, 21 ottobre 2011

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