Giorgio Bernardini, Chen contro Chen. La guerra che cambierà Prato
Round Robin, 105 pagine, 12 euro
Dal dicembre scorso, quando nell’incendio della fabbrica tessile Teresa Moda nel Macrolotto di Prato sono morti sette operai, è cresciuta l’attenzione sulla più grande comunità cinese d’Italia.
Mentre la magistratura procede ai primi arresti, la guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate si affannano in perquisizioni, e qualche politico di destra cerca di soffiare sul fuoco, esce questa inchiesta. Attraverso un’analisi degli studi disponibili e un attento lavoro sul campo, l’autore dimostra che la vera guerra a Prato non è affatto quella tra cinesi e italiani – difficile dargli torto osservando gli arrestati – ma quella tra cinesi di prima e di seconda generazione.
I primi, giunti in Italia per lavorare, hanno il sogno di tornare in Cina più ricchi di quando sono partiti. Per questo sono disposti a sacrificare tempo, forze e affetti, rinchiudendosi nei capannoni, anche per sfuggire ai pericoli di una legge sull’immigrazione che li rende facilmente vittime degli imprenditori. I giovani, nati o scolarizzati in Italia, sentono il peso di questo sogno, preferiscono il riconoscimento sociale al successo economico e puntano a continuare a studiare, rimanendo in Italia.
Bernardini spiega che trovare una mediazione non è semplice e che il futuro – forse non solo quello di Prato – dipende da chi vincerà questa guerra.
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