Giampiero Calapà, Mafia capitale
La Nuova Frontiera, 114 pagine, 10 euro
Questo libro ha i pregi e i difetti di un instant book. Si basa su poche fonti (fondamentalmente gli atti giudiziari, che non brillano per eleganza di scrittura), usa qualche escamotage stilistico (in questo caso occhieggiando al filone Romanzo criminale) per riempire una certa mancanza di approfondimento, sacrifica qualche spiegazione necessaria (non sempre è chiaro chi sia l’autore delle frasi virgolettate).
D’altra parte, riesce a concentrare in un volumetto comodo le informazioni oggi disponibili (chi sono i protagonisti di questa nuova associazione a delinquere), tiene costantemente alta l’attenzione del lettore (la materia aiuta) e fa venire voglia di approfondire. Le indagini che hanno fatto emergere la rete di interessi che ruotava intorno a Massimo Carminati e a Salvatore Buzzi tendono a mettere in crisi le categorie che di solito usiamo per giudicare ciò che avviene in Italia. Avvicinano ciò che di solito tendiamo a separare: destra e sinistra, immigrazione e razzismo, assistenza sociale e speculazione, criminalità e politica.
Da qualche anno alcuni scrittori (Roberto Saviano con Gomorra, Walter Siti con Resistere non serve a niente) ci spiegano che queste distinzioni sono sempre meno utili. È tempo che sociologi, antropologi, storici comincino a elaborare strumenti capaci di descrivere la grande trasformazione che stiamo attraversando.
Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2015 a pagina 82 di Internazionale, con il titolo “Il mondo di mezzo”. Compra questo numero | Abbonati
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