Andrea Nicolotti, Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa
Einaudi, 270 pagine, 32 euro
Fino alla fine del medioevo nessuna fonte storica nomina un oggetto dotato delle caratteristiche della Sindone di Torino. Si hanno notizie di tessuti sepolcrali di Gesù conservati e adorati dai fedeli, ma è molto difficile, se non impossibile, ricondurre queste attestazioni alla Sindone. Poi, verso il 1355, la Sindone appare, nel nord della Francia, ed è subito oggetto di controversie.
I canonici che la custodiscono e la espongono ai pellegrini sono accusati dal loro vescovo di ingannare il popolo. Poco più di seicento anni dopo, nel 1988, con il metodo del radiocarbonio si stabilisce che il lenzuolo risale a un periodo che va dal 1260 al 1390. Eppure, nonostante queste premesse, la Sindone è diventata oggi una delle reliquie più venerate della cristianità.
La rigorosa e onesta ricostruzione di Andrea Nicolotti aiuta a capire come questo sviluppo è stato possibile: prima, nell’età moderna, grazie alla volontà della casa di Savoia di rendere più sacro il proprio nome incentivando culti e pellegrinaggi, poi, dal novecento, con la nascita di una scienza paradossale, la “sindonologia”, che smentisce sistematicamente ogni spiegazione razionale del proprio oggetto di studio, affermando che le evidenti stranezze della Sindone non sono altro che la prova della sua origine soprannaturale.
Questo articolo è stato pubblicato l’8 maggio 2015 a pagina 82 di Internazionale, con il titolo “Il lenzuolo e il fantasma”. Compra questo numero | Abbonati
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