Permettetemi di cominciare con una confessione: da un mese il mio lavoro, solitamente gioioso, è scosso da avvenimenti impossibili da ignorare. Il processo per gli stupri di Mazan, vastissimo, sconvolgente, e il femminicidio di Philippine, raccontato e politicizzato oltre ogni misura. La prima di queste due tragedie mette in discussione la tranquillità delle donne all’interno delle mura domestiche, la seconda riaccende la paura dell’ignoto. Interessarsi all’attualità significa vedere la coppia, la sessualità, i rapporti tra uomini e donne ridotti a un campo di battaglia, senza possibilità di scampo, dato che, a quanto pare, non siamo al sicuro né a casa né altrove.
In un simile contesto, come concepire il desiderio? Come avere fiducia? Come lasciarsi andare? Le femministe ci hanno insegnato che il privato è politico: benissimo, ma quando la politica è terrificante, cosa rimane della sfera intima? Per evitare di sprofondare nella depressione, vi propongo alcune ancore di salvezza.
Solidarietà
Detto senza tanti giri di parole, nella vicenda degli stupri di Mazan c’è di che rendere paranoica la più fiduciosa delle mogli, con il matrimonio più solido del mondo. Ci troviamo di fronte a dei crimini commessi di notte, da un gruppo di maschi unito dal segreto: degli imputati definiti, a ragione, come “uomini qualunque”. Se è stato possibile infliggere senza difficoltà queste violenze a una donna, perché non a voi, e perché non a me? Se è stato facile reclutare decine di stupratori, in un’area geografica così ristretta, come non dubitare degli uomini della propria città, della propria strada, della propria casa?
Il dubbio, anche se infinitesimale, c’è. Ora, nulla alimenta il dubbio più del silenzio (che si potrebbe confondere con il non detto). Sono consapevole che per un uomo dev’essere sgradevole vedersi associato a dei presunti criminali, ma questa è appunto l’occasione perfetta per mettere le cose in chiaro. A partire dall’esplosione del movimento #MeToo, molte donne sono rimaste colpite dal silenzio degli uomini: se vi siete persi quel treno, siete ancora in tempo a rimediare. Inutile fare analisi o grandi discorsi: basta manifestare la propria solidarietà alla vittima.
Equilibrio
Cultura dello stupro, droghe usate per sottomettere, violenze sistematiche: in questo momento i mezzi di informazione ci bombardano con un vocabolario estremamente negativo, perché è l’attualità a esigerlo, e perché le cose vanno chiamate con il loro nome. Questo accumulo non è privo di conseguenze: il nostro cervello funziona per associazioni di idee e quando il campo della sessualità è costantemente associato a quello dell’aggressione, corriamo il rischio di dimenticare che, in gran parte, la sessualità è un qualcosa che attiene al piacere e al desiderio. A questo proposito vi raccomando di fare attenzione alla quantità di dettagli orribili che siete capaci di assorbire quotidianamente. Ma siamo davvero obbligati a tuffarci nei contenuti negativi poco prima di andare a letto?
Controbilanciare
Un conto è non riempirsi la testa di orrori, ma ancora meglio è farci entrare dei discorsi ottimisti. Vivaddio! Si è appena conclusa la rentrée letteraria. Perciò tra le uscite del momento vi propongo due antologie: Want. Fantasie erotiche anonime di Gillian Anderson (Feltrinelli), che raccoglie confessioni di donne su cosa le eccita, e Le goût de l’amour homo (Mercure de France) che passa in rassegna estratti brevi e roventi di grandi autrici e autori. Tra i romanzi, invece, potete divorare Le mal joli di Emma Becker (Albin Michel), un’ode all’amore carnale, al godimento e al carattere a volte estremamente trasgressivo del colpo di fulmine erotico.
Proiettarsi nel futuro
Se i mezzi d’informazione di tutto il mondo stanno seguendo le udienze del tribunale di Avignone, in cui si svolge il processo agli stupratori di Mazan, se l’aula è affollata di gente comune, se le vostre colleghe discutono gli ultimi interrogatori davanti alla macchinetta del caffè, non è per voyeurismo, ma per capire cosa passi per la testa degli stupratori, in genere assenti dalle narrazioni sulle violenze sessuali. Ascoltando i 51 uomini coinvolti siamo in tante a sperare di imparare qualcosa che ci possa aiutare a prevenire altri stupri in futuro.
Speriamo inoltre che questa vicenda risvegli le coscienze, come sembra che stia succedendo. Da un sondaggio di Elle e Opinionway, pubblicato il 3 ottobre, risulta che nove uomini intervistati su dieci hanno sentito parlare del processo per gli stupri di Mazan, e sei su dieci affermano che è ora che gli uomini si mettano in discussione.
È un dato impressionante, che dimostra la realtà di una “transizione femminista” da parte maschile. Ho trovato interessante anche la lucidità della maggior parte degli uomini intervistati: l’83 per cento dichiara che il porno ha effetti terribili sulle loro fantasie sessuali. Forse vedremo emergere nuove pornografie, nuovi erotismi, che collochino le donne in un ruolo attivo, potente, invece di metterle al servizio dei loro partner maschi.
Effetto amplificatore
Certe femministe, come la militante Alice Coffin o la filosofa Camille Froidevaux-Metterie, danno la colpa agli uomini in blocco. In effetti l’attualità dà l’impressione che la violenza sia onnipresente. Cosa dicono i dati? Stando al sondaggio Virage dell’Institut national d’études démographiques realizzato nel 2015, il 4 per cento delle donne ha subìto nel corso della vita uno stupro o un tentativo di stupro, e il 14,5 per cento almeno una forma di aggressione sessuale. Nel 2018 l’Institut français d’opinion publique e la fondazione Jean Jaurès rilevavano percentuali più alte: il 12 per cento delle donne diceva di essere stato stuprato e il 43 per cento aggredito sessualmente.
Secondo un sondaggio dell’Ifop ed Elle del 2019, l’8 per cento degli uomini intervistati affermava di aver stuprato, e il 22 per cento di aver aggredito sessualmente. Il fatto che gli uomini ammettano di fronte a un intervistatore di aver avuto rapporti senza il consenso delle loro partner la dice lunga sul loro senso di impunità. Tuttavia, nonostante queste cifre siano spaventosamente alte, la stragrande maggioranza degli uomini non stupra né aggredisce.
Guardarsi attorno
È ormai un fatto ben documentato: le violenze sessuali si verificano per lo più all’interno delle mura domestiche. Questo non significa tuttavia che la maggior parte delle case siano violente, tutt’altro. Quando viviamo insieme a un “brav’uomo” (femminista, impegnato in una transizione femminista, non sessista, chiamatelo come volete), stiamo tranquille. Nessuno nega che la società, nell’insieme, sia tuttora appestata dal maschilismo, ma in Francia, nel 2024, possiamo creare delle isole di sicurezza, rispetto e uguaglianza. Possiamo tremare guardando le notizie, rallegrandoci comunque di aver trovato una persona fidata a cui rivolgerci, e anche, perché no, dimenticare per un attimo il frastuono del mondo.
Godere non è un tradimento
Quale che sia l’atmosfera in cui ci troviamo immersi attualmente, non perdiamo di vista i fondamentali: la sessualità vive in uno spazio di appagamento. Non sono io a dirlo, siete voi: il 70 per cento dei francesi intervistati da Harris interactive nel 2022 si dichiarava soddisfatto della propria vita amorosa e il 69 per cento soddisfatto della propria vita sessuale. Ciò significa che, quando ci concentriamo sulle pratiche in sé, quando restiamo nella nostra bolla, quando scegliamo di prestare attenzione alle nostre sensazioni per qualche minuto, in quello spazio c’è qualcosa che funziona e che ci lega ai nostri partner.
Godere (con un uomo) non è un tradimento. Non è una mancanza di solidarietà con le vittime. Capisco perfettamente che siamo suscettibili agli sconvolgimenti importanti che si stanno verificando in questo momento nel campo dell’intimità, eppure, se lasciamo che queste tragedie danneggino le nostre relazioni affettive e i nostri rapporti sessuali, allora quel giorno gli stupratori avranno vinto per davvero. Perché ci avranno derubate della sensualità, del piacere e dell’affetto. Non concediamogli questa vittoria.
(Traduzione di Francesco Graziosi)
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