(Muharrem Öner, Getty Images)
Per prima cosa, questa settimana un consiglio straordinariamente efficace per prendere buone abitudini, tipo mangiare verdura in abbondanza, usare regolarmente il filo interdentale, tenere in ordine la scrivania, telefonare a vostra madre o togliere l’amicizia alle persone che pubblicano le loro poesie su Facebook. Pronti? Il consiglio è: fate queste cose.
Mi rendo conto che alcuni lettori non lo troveranno affatto straordinario, anzi addirittura inutile. Ma è uno dei modi di interpretare il messaggio di un nuovo ebook di grande successo, e niente affatto inutile, scritto dal blogger S.J. Scott e intitolato Habit stacking, impilare abitudini.
Quasi tutti i libri su come modificare le proprie abitudini prospettano un’impresa titanica che comporta un cambiamento di personalità: in qualche modo, e probabilmente impegnandoci per mesi, dobbiamo trasformarci nel tipo di persone a cui le buone abitudini vengono naturali. Ma in alcuni casi questi consigli probabilmente non fanno che rendere complicata una cosa semplice.
Il concetto alla base del (breve) libro di Scott non è una novità nel campo della psicologia: tutto sta nel “concatenare le abitudini”. L’idea è quella di scegliere qualcosa che facciamo senza eccessiva difficoltà, come lavarsi i denti, e collegarlo a una buona abitudine che vogliamo acquisire: per esempio, mettere la protezione solare. Impilare abitudini è la sua versione avanzata. Fate una lista di piccole abitudini che non richiedono più di cinque minuti ciascuna e trenta minuti in totale, consiglia Scott. Naturalmente questi tempi sono arbitrari e potete adattarli ai vostri ritmi di vita.
A quel punto vi resta solo una cosa da fare: scorrere la lista una volta al giorno. Se abitate con altre persone vi conviene avvertirle che il vortice di attività che ne deriverà potrà sembrare piuttosto bizzarro, dato che vi vedranno alzarvi improvvisamente da tavola per andare a bere un bicchier d’acqua, mangiare una delle vostre cinque verdure quotidiane, mandare un sms a un amico, rispondere a un’email, meditare per cinque minuti, riciclare qualcosa, fare dieci flessioni e pulire il ripiano della cucina, per citare solo alcuni dei più di novanta suggerimenti di Scott. Il lato positivo è che vi sarete tolti il pensiero tutto in una volta.
Questo metodo apparentemente banale ha una sua ragion d’essere, perché se non ci comportiamo come vorremmo spesso non è colpa della nostra personalità, ma del fatto che non ci ricordiamo cosa dobbiamo fare. È per questo che durante un’operazione ai chirurghi viene consigliato di seguire una checklist, una lista di procedure prestabilite, anche se alcuni di loro si oppongono perché sono convinti che i loro cervelli siano superiori a qualunque lista. In realtà è stato dimostrato che con questo sistema si riducono del quaranta per cento i decessi durante e dopo gli interventi.
Per quanto riguarda la capacità di ricordare, la maggior parte delle persone condivide l’arroganza dei medici. Ma quante cose importanti non riusciamo a fare nella nostra vita, non per mancanza di tempo o di energie ma semplicemente perché ce ne dimentichiamo?
Concatenare le abitudini non è un sistema che adotterei per più della mezz’ora al giorno consigliata da Scott: scorrere quella lista, ve lo dico per esperienza, vi fa sentire come dei robot e non è affatto divertente. D’altra parte, usandola mi sono accorto che alle otto di mattina avevo già fatto otto o nove cose che altrimenti mi sarei trascinato dietro per tutta la giornata. A volte il segreto per prendere buone abitudini sta nel mettere da parte i segreti e fare quello che si deve fare.
(Traduzione di Bruna Tortorella)
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