Secondo le nuove linee guida del governo britannico, anche un minuto o due di attività fisica è meglio di niente: salire e scendere semplicemente le scale prima di passare un intero pomeriggio sul divano davanti alla televisione con un pacchetto di patatine è più sano che non prendersi nemmeno la briga di fare quel poco. Rientra addirittura nei 150 minuti di attività da moderata a intensa che dovremmo fare ogni settimana.

Prima consigliavano almeno 10 minuti, ma da anni la tendenza generale dei ricercatori è dire che non esiste un minimo. E questo non vale solo per l’esercizio fisico. Anche un po’ di meditazione fa la differenza; cinque minuti di immersione nella natura migliorano la salute mentale; e anche se forse una porzione al giorno di verdura è troppo poco, è decisamente meglio che nessuna. Se vi state chiedendo se un minimo di sana attività sia meglio di niente, la risposta è quasi sempre sì.

È un po’ strano, in effetti, che questo sia perfino oggetto di dibattito. Naturalmente, qualsiasi cosa è meglio di niente. Tanto per cominciare, è un buon inizio per costruire abitudini più solide. Ma le piccole azioni hanno un valore in sé. Il corpo umano non è un congegno digitale, e in genere la salute non è questione di raggiungere una soglia precisa, o una quota; quello che va bene per l’organismo in grandi quantità di solito va bene anche in quantità minori. Ovviamente, se avete un obiettivo specifico – come quello di partecipare alla maratona del prossimo anno, o di ridurre notevolmente le vostre probabilità di morte prematura – potrebbe esserci un minimo specifico. Ma per qualsiasi definizione significativa di “salute”, è comunque più sano passare 23 ore e 59 minuti a letto intervallati da una breve passeggiata in giro per la stanza, che non alzarsi affatto.

Comportamenti sani
Il vero motivo di questa controversia non sono i fatti. È che le informazioni sono pericolose. Quando un’istituzione pubblica consiglia, diciamo, un minimo di 10 minuti, è perché teme che se non lo facesse, le persone che altrimenti avrebbero fatto attività fisica per 10 minuti si fermerebbero dopo due.

Perfino questa rubrica rischia di peggiorare le cose. Se avevate veramente pensato di passare tutto il giorno sul divano, forse vi ho persuaso a camminare per cinque minuti; ma se per caso sareste andati in palestra per un’ora, leggere queste parole potrebbe spingervi ad accontentarvi della passeggiata.

Per giustificare il comportamento che avete scelto, vi basta pensare a un’ipotetica versione alternativa di voi stessi che sarebbe stata ancora più pigra – non avrebbe fatto nessun esercizio – e poi congratularvi con voi stessi perché avete fatto di meglio (in questo modo possiamo giustificare tutto: dieci voli a lungo raggio all’anno possono essere dannosissimi per il clima, ma sono comunque meglio dei 200 che avremmo potuto fare).

Idealmente, dovremmo smettere di pensare ai comportamenti sani in termini di minimi: nell’ambito del ragionevole, dovremmo fare tutta l’attività fisica che possiamo, non quel poco con cui ce la possiamo cavare, pur ricordando che niente è troppo poco perché non valga la pena di provarci. Questo è un approccio sensato a tanti aspetti della vita, dall’essere un buon amico al prestare attenzione ai propri figli, dal risparmiare soldi a ridurre il proprio impatto ambientale. Per quanto facciamo, non sarà mai abbastanza. Ma questo non è un buon motivo per non fare nulla, anzi è proprio un buon motivo per fare qualcosa.

Da ascoltare

In una puntata del podcast One you feed, la comportamentista Michelle Segar spiega perché obiettivi di attività fisica esagerati possono impedire un vero cambiamento.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it