**1. Bonnot,* Hal jathri (feat. Boikutt, Dj Gruff)***
Il “basista” degli Assalti Frontali mette su il suo primo album da maestro delle cerimonie, Intergalactic arena. In effetti, c’è un cast da fantascienza: CapaRezza e Paolo Fresu, Don Gallo e il Piotta, i Sud Sound System e i Dead Prez. Un bailamme heavy-elettronico sul ritmo militante, dentro e fuori dai centri sociali dove si balla contro la repressione. Boikutt, il rapper dei Ramallah Underground, fa sempre l’effetto di un detonatore verbale, anche se non si capisce di che diamine parli: è energia furente da ascoltare affascinati.
**2. Daniele Sepe,* El hombre Yamamay***
Uno skit de Napule in salsa cubana, con un po’ di Modugno messo lì, fiati jazz e una storia di mutande in testa; campione rappresentativo dell’ultimo lavoro di Sepe,* Fessbuk*, in cui mette assieme Bertolt Brecht e canzoni operaie, vedove greche, cabaret partenopeo e la “samba do tremone” in un grande social network dei vicoli. La militanza è colta e satirica, piovono riferimenti, a volte bisogna mettersi l’impermeabile; però è un’avventura da ascolto attento, accà nisciuno è fessbuk, anzi bisogna studiare il napoletano e scappellarsi a più riprese.
3. Paolo Fresu Quintet, Blue Samba
Ehi, sembra quasi la sigla di Kojak! È un Paolo Fresu in piena quello che tracima da Songlines/Night & Blue, gran misto di standard viaggiatori e notti in blu per attirare l’attenzione sulla nuova etichetta Tuk Music, fondata da Fresu per lanciare giovani talenti. Intanto qui si esercita con maestria con i talenti navigati del suo quintetto (sax Tino Tracanna, piano Roberto Cipelli, basso Attilio Zanchi, batteria Ettore Fioravanti) in una cosa molto classica in cui adagiarsi con headphones & fiducia. Ehi, c’è Fresu da Piero Angela! Un jazzista superquark.
Internazionale, numero 856, 23 luglio 2010
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