1. Squallor, Pierpaolo a Phoenix

Ora che ufficialmente “chi si laurea a 28 anni è uno sfigato” ricordiamolo, il protobamboccione inventato dal papà di Gloria e Ti amo nella sua incarnazione Squallor, ricordiamo le sue urticanti telefonate al papi a chiedere contanti per alimentare stravizi, dall’Unione Sovietica come dall’Arizona sempre a caccia di una cosa sola, e il suo disprezzo per il maggiordomo, e la sua infingarda cialtroneria arrapaho. Ma attenzione, gli Squallor non torneranno mai più ma Pierpaolo resta lì, nella pancia del paese, pronto a scivolare nella scialuppa giusta.

2. Gallara, Bollywood dancing

Ma se metti un vocione balcanico e le chitarrine tarantine e in sottofondo s’ode un sitar, fa premio il sitar e tutto è classificabile come bollywood-style? Ma che importa, qui siamo nel pieno regno dei cazzeggiones grossetani, una maremma pulp in cui vince chi scova la colonna sonora più trash, tutti si divertono, nessuno va mai a letto ma non perché ci sia tanto da fare gli scapestrati, più perché c’è sempre un poliziottesco da rivedere, un krautrock da sgranocchiare, un Fender Rhodes da tormentare. Delirio in hi-fi è il titolo del loro quinto album.

3. Bradipos IV, A fistful of dollars

Intreccio di colonizzazioni italoamericane incrociate sub specie surf rock: una band casertana di virtuosi del genere, che apre con il tema composto da Ennio Morricone per la spaghettificazione del west di Sergio Leone, i cui metallici arrangiamenti per chitarra sono rimasti nel dna del rock alternativo Usa. Il loro nuovo Live at Kfjc Radio!! da Los Altos Hills in California, è la giusta celebrazione di un levigatissimo, elegante, energico cazzeggio rock’n’roll malinconico. Anche se l’effetto “stuck on repeat” calza, c’è dell’incanto nel ripetersi così.

Internazionale, numero 933, 27 gennaio 2012

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