In un momento in cui 169 paesi di tutti i continenti sono colpiti dal coronavirus la più grande sorpresa agli occhi del mondo è il crollo dell’occidente. Fino a poche settimane fa nessuno, a cominciare dagli abitanti dei paesi occidentali e continuando con quelli dei paesi emergenti o in via di sviluppo, avrebbe immaginato le scene provenienti dal nord d’Italia, dall’est della Francia e dagli ospedali di New York, e questo nonostante il fenomeno, senza precedenti, fosse comunque prevedibile dopo una serie di recenti allarmi epidemiologici.

I paesi occidentali hanno i migliori medici (e lo dimostrano quotidianamente) e sistemi sanitari sofisticati, con ospedali di prim’ordine. Eppure sono stati travolti dall’arrivo del Covid-19: carenze di mascherine ed equipaggiamento protettivo, test impossibili perché l’industria farmaceutica ha eccessivamente delocalizzato, pasticci decisionali nonostante la violenza con cui l’epidemia aveva già colpito la Cina e un coordinamento internazionale impossibile, persino in Europa, dove in teoria la collaborazione dovrebbe essere naturale.

L’occidente è caduto dal piedistallo, e la sua supremazia – che si basava anche sull’immagine di società efficiente, con tecnologie avanzate e governi più trasparenti che altrove – ha subìto un duro colpo. Dopo la vecchia Europa, anche gli Stati Uniti sono stati investiti dal virus, rivelando tutta la disfunzionalità dell’amministrazione Trump. Anziché la via della leadership, l’America di Trump ha scelto prima la negazione della realtà e successivamente la risposta nazionalista. Oggi gli Stati Uniti non sembrano diversi da un qualsiasi paese del mondo che scopre le sue vulnerabilità e i suoi cortocircuiti.

Una lezione da imparare
Questa situazione sta già avendo pesanti conseguenze, anche perché altre potenze si sono inserite nel vuoto creato da un occidente disorientato. L’Italia, colpita duramente dall’epidemia, sta ricevendo aiuti medici dalla Cina, dalla Russia e persino da Cuba, rivelando l’incapacità dell’Europa di assistere il governo italiano. Tutto questo, inevitabilmente, lascerà tracce durature.

Oggi possiamo vedere chiaramente un declino dell’occidente, inteso come l’insieme coerente che ha saputo superare con successo le sfide della guerra fredda e creare norme che sono state riprese in tutto il mondo.

Qualche anno fa i cinesi si sono appassionati allo studio sul declino dei grandi imperi, probabilmente nella speranza di riscontrare un segnale dell’indebolimento di quello che ha dominato il ventesimo secolo. A questo punto è probabile che considerino il virus, paradossalmente emerso in Cina e inizialmente nascosto da Pechino al resto del mondo, come la prova che è finalmente arrivato il loro momento. Di sicuro è in questo senso che sta operando la propaganda del regime cinese.

Per il momento è ancora presto per prevedere quando e come usciremo da questa crisi, e quali lezioni potrà trarne l’occidente. Di sicuro, però, una lezione dev’essere quella dell’umiltà. Scendere dal piedistallo può avere anche effetti positivi, a patto di riconoscere che la storia sta voltando pagina.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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