Vladimir Putin sta facendo in modo che Alexej Navalnyj e i suoi amici non costituiscano più una forza politica in Russia. L’oppositore paga a caro prezzo il crimine supremo di lesa maestà per aver attaccato direttamente il padrone del Cremlino e il suo gusto per il lusso, in un paese in cui il tenore di vita continua a peggiorare. Navalnyj viene neutralizzato in vista delle elezioni legislative di settembre.
Quali che siano le motivazioni, lo spazio politico per una reale opposizione contro Putin si è considerevolmente ridotto, in un momento in cui il presidente si è messo nelle condizioni istituzionali di restare al potere fino al 2034.
Mentre le tensioni internazionali continuano a intensificarsi, come dimostrano le espulsioni incrociate degli ultimi giorni tra i paesi dell’Unione europea e la Russia, a Mosca è evidente che Putin non senta più nemmeno il bisogno di fingere e intenda affermare una presidenza autocratica.
La chiusura
Il 29 aprile l’organizzazione di Navalnyj, la Fondazione anticorruzione (Fbk), ha annunciato il proprio scioglimento dopo una decisione con cui un tribunale ne ha ordinato l’interruzione delle attività. L’Fbk prevede che nei prossimi giorni sarà definita come una “organizzazione estremistica”, e piuttosto che mettere in pericolo i suoi componenti ha scelto di sparire.
“Dobbiamo essere onesti. In queste condizioni è impossibile operare”, ha dichiarato su YouTube Leonid Volkov, uno dei principali collaboratori di Navalnyj, annunciando la chiusura di tutte le sedi sparse nel paese.
Anche i mezzi d’informazione, come il sito indipendente Meduza, sono finiti nel mirino delle autorità
Il 29 aprile Navalnyj ha fatto la sua prima apparizione da quando ha interrotto lo sciopero della fame, la settimana scorsa. L’oppositore è apparso su uno schermo in videoconferenza durante uno dei suoi processi d’appello, con il capo rasato e visibilmente dimagrito. “Sono uno scheletro spaventoso”, ha ironizzato sottolineando di aver raggiunto il peso che aveva a dodici anni.
Navalnyj ha voluto precisare al giudice che la sua combattività è rimasta intatta. “Il re è nudo”, ha dichiarato riferendosi a Putin. Come previsto, l’oppositore ha perso l’appello ed è ritornato in cella, dove rischia di restare per molto tempo. A suo carico è stata annunciata una nuova procedura giudiziaria che potrebbe tenerlo a lungo in disparte.
Anche i mezzi d’informazione sono finiti nel mirino delle autorità. La settimana scorsa il sito indipendente Meduza è stato dichiarato un “agente straniero” dalla giustizia russa, e in futuro sarà costretto a menzionare questa definizione in apertura di tutti gli articoli pubblicati.
Meduza, un sito molto popolare, ha sede in Lettonia dal 2014 ed è stato coinvolto nella crisi diplomatica tra l’Europa e la Russia. Sulle sue pagine il direttore ha lanciato l’allarme: “Non illudetevi, l’obiettivo delle autorità è uccidere Meduza”. Altre testate online subiscono una pressione simile e ritengono che il Cremlino abbia deciso di sbarazzarsi del giornalismo indipendente.
Questo nuovo giro di vite chiude il cerchio dopo la legge contro le ong dell’anno scorso e la repressione sempre più severa di tutte le manifestazioni. A immagine del suo alleato cinese, Putin sembra voler assumere un controllo assoluto del “fronte” interno per affrontare i venti burrascosi del mondo esterno. I prossimi mesi si annunciano molto difficili.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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