Esistono molti modi per inviare un messaggio. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha scelto di farlo attraverso i missili balistici.

La mattina del 27 gennaio la Corea del Nord ne ha lanciati due, precipitati in mare non lontano dalla zona economica marittima del Giappone. Dall’inizio di gennaio i lanci sono già sei, come nell’intero 2021. I missili sono stati lanciati da un sottomarino, da un treno e da terra. Non è mancato nemmeno un missile supersonico capace di cambiare traiettoria in volo.

Si tratta chiaramente di una provocazione, perché il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha vietato a Pyongyang di lanciare missili balistici. Ma Kim Jong-un non si cura minimamente delle Nazioni Unite. Restano da decifrare il messaggio e il suo destinatario.

Allentare la morsa delle sanzioni
Kim Jong-un si rivolge prima di tutto a Joe Biden, per attirare la sua attenzione usando l’unico mezzo a sua disposizione: le armi.

Ma perché proprio il presidente degli Stati Uniti? Tre anni fa la luna di miele tra Kim Jong-un e Donald Trump si era interrotta bruscamente in occasione del vertice di Hanoi, dopo un’incredibile manovra di seduzione che stava quasi per riuscire. Da allora più nulla, e l’avvicendamento alla Casa Bianca non ha modificato la situazione.

La Corea del Nord è un paradosso: ha sviluppato l’arma atomica ma la popolazione è allo stremo

Kim Jong-un ha bisogno di allentare la morsa delle sanzioni americane contro il suo paese. Il leader nordcoreano aveva cominciato il suo regno con un principio di apertura economica molto apprezzato dalla popolazione, ma di recente ha dovuto ammettere l’esistenza di gravi problemi inaspriti dalla chiusura del paese a causa del covid-19.

La Corea del Nord è un paradosso. Il paese ha sviluppato l’arma atomica e i vettori balistici pur avendo un’economia atrofizzata, perché la scelta politica è stata quella di dedicare tutte le risorse alla difesa per assicurare la sopravvivenza del regime. Ma oggi il paese ha un estremo bisogno della cancellazione delle sanzioni.

Offerta respinta
In che modo il lancio dei missili potrebbe portare a questo obiettivo? Può sembrare controintuitivo, ma la logica del regime è questa: lo sfoggio di nuove armi dovrebbe spingere gli Stati Uniti a tornare al tavolo del negoziato. Il problema è che l’amministrazione Biden è pronta a incontrare i nordcoreani solo per discutere della denuclearizzazione, condizione imprescindibile per la cancellazione delle sanzioni.

Questo, però, è un passo che Pyongyang non ha alcuna intenzione di compiere. L’arma atomica, abbinata ai missili capaci di trasportare testate nucleari, costituisce infatti un’assicurazione sulla vita per un regime politico unico al mondo. Rinunciarvi sarebbe un suicidio.

La dinastia Kim approfitta del clima di tensione che non ha avuto soluzione di continuità dopo la guerra di Corea. Per questo motivo Pyongyang non è interessata all’offerta del presidente sudcoreano di concludere il trattato di pace che non è mai stato firmato dopo la fine della guerra, nel 1953. Il presidente Moon sperava di arrivare a una conclusione prima delle elezioni presidenziali di marzo.

La risposta è arrivata con il lancio di missili. Il messaggio di Kim Jong-un, evidentemente, è indirizzato anche alla Corea del Sud.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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