Macron in Cina cerca una difficile terza via per l’Europa
Non sbagliare messaggio. Questa è la posta in gioco principale della visita di tre giorni che il presidente francese Emmanuel Macron effettuerà in Cina. Non sbagliare messaggio sull’Ucraina, fingendo di credere a una mediazione cinese, e non sbagliare messaggio sul tema più globale del rapporto tra la Cina e l’Europa, in un momento in cui Pechino e Washington si scontrano in modo sempre più frontale.
Macron ha scelto di invitare per una parte del suo viaggio Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Evidentemente si tratta di un gesto importante, perché aggira la classica trappola del dialogo bilaterale tra il gigante cinese e ognuno dei 27 stati europei, laddove il rapporto di forze con l’Unione è più favorevole.
Il momento è decisivo. La Cina che Macron ritrova dopo tre anni di assenza a causa della pandemia non è più la stessa. Pechino ha preso il volo e si considera ormai come “l’altra” superpotenza accanto agli Stati Uniti, e l’unico paese capace di tenere testa a un’America egemonica. La Russia, a questo proposito, appare indebolita dalla guerra in Ucraina ed è costretta a riconoscere che oggi è la Cina a incarnare il polo dissidente davanti al dominio occidentale.
In una morsa
Questa nuova situazione illustra quanto la Cina sia consapevole del fatto che il degrado dei suoi rapporti con gli Stati Uniti non sia congiunturale, ma strutturale. Ormai ogni decisione cinese mira a gestire sul lungo periodo l’ostilità americana, in particolare nel campo della tecnologia, settore decisivo nel ventunesimo secolo.
L’Europa è presa in una morsa, ed è questo a rendere particolarmente complesso il viaggio di Macron. L’Unione cerca invano una terza via tra un approccio puramente commerciale, scollegato dalle questioni geopolitiche e palesemente suicida, e un allineamento sulle posizioni di Washington, in una riproposizione della guerra fredda che porterebbe sicuramente più benefici agli americani che agli europei.
Macron non si fa illusioni sulle ambizioni cinesi, ma vuole evitare il peggio
L’obiettivo della Cina è quello di sorridere all’Europa per allontanarla dagli Stati Uniti. La Francia, con il suo sostegno all’autonomia strategica, è un obiettivo scontato.
Ho cominciato questa cronaca sottolineando che Macron non deve sbagliare messaggio. Il presidente francese si gioca parecchio, perché una parte degli europei, anche alla luce della sua apertura al di là del ragionevole nei confronti di Vladimir Putin, lo attende al varco con Xi Jinping.
Macron non si fa illusioni sulle ambizioni cinesi, ma vuole evitare il peggio, ovvero un impegno totale (e dunque anche militare) di Pechino al fianco della Russia in Ucraina. Per questo sosterrà le velleità di mediazione cinesi che nessuno in realtà prende sul serio, ma dovrà stare attento a non sminuire il proprio ruolo ingigantendo quello del suo ospite.
Allo stesso modo, nella ricerca della terza via, Macron non deve mostrarsi compiacente nei confronti di una Cina imperiale che ha sensibilmente inasprito il proprio regime, come ha giustamente sottolineato Ursula von der Leyen la settimana scorsa. Dunque questo viaggio di coppia, in cui Francia e Unione europea si giocano la propria credibilità in un contesto internazionale polarizzato, si svolgerà su un filo sottile. Non bisogna sbagliare messaggio…
(Traduzione di Andrea Sparacino)