Macron usa la gastrodiplomazia per conquistare Scholz
Se qualcuno decidesse di scrivere un trattato di diplomazia gastronomica, dovrebbe metterci dentro alcuni pasti famosi: da quello tra François Mitterrand e Margaret Thatcher al ristorante La mère Poulard di Mont Saint Michel, nel 1998, a quello tra Jacques Chirac e Gerhard Schröder da Yvonne, a Strasburgo, nel 2014, davanti a un piatto di testina di vitello bollita. Per non parlare di quando, nel 2017, Emmanuel Macron ha cercato di ammansire Donald Trump nel ristorante al primo piano della torre Eiffel.
La sera del 2 maggio i coniugi Macron hanno invitato i coniugi Scholz in un grande ristorante parigino. “Una cena privata”, ha fatto sapere l’Eliseo, rifiutandosi di fornire dettagli.
Ma in realtà la cena è stata tutto fuorché un semplice momento di relax. I due leader politici potrebbero aver parlato della visita a Parigi del presidente cinese Xi Jinping. Scholz è stato a Pechino il mese scorso, dunque la cena potrebbe essere stata una buona occasione per coordinare le posizioni dei due paesi rispetto al gigante asiatico. Il presidente francese vorrebbe che il cancelliere presenziasse al suo incontro con Xi in programma la settimana prossima, come aveva fatto Angela Merkel nel 2019 a Parigi, in un evento senza precedenti.
Magari Macron e Scholz hanno discusso anche della copertina della rivista britannica The Economist pubblicata il 2 maggio, in cui c’è il presidente francese con il titolo “L’Europa è in pericolo di morte”. In un’intervista concessa al giornale, Macron ha spiegato la sua frase sulla possibile morte del continente pronunciata in un recente discorso alla Sorbona. Per l’occasione il presidente ha aperto nuovamente la porta all’invio di truppe sul suolo ucraino: “Se i russi dovessero sfondare le linea del fronte e se ci fosse una richiesta ucraina (oggi non è così) sarebbe legittimo porsi il problema”.
La prima volta in cui Macron ha fatto allusione a questa possibilità, a febbraio, aveva suscitato una reazione nettamente negativa da parte di Scholz. Ma evidentemente il presidente francese ha tutta l’intenzione di proseguire sulla sua linea.
I rapporti franco-tedeschi dipendono innegabilmente dall’alchimia tra i due leader – De Gaulle-Adenauer, Mitterrand-Kohl, Chirac-Schröder… – ma non solo. La quantità di interessi comuni è enorme, e soprattutto i due paesi sono consapevoli delle loro responsabilità all’interno dell’Unione europea.
In un contesto segnato dalla guerra in Ucraina, dalle minacce “mortali” causate dal ritardo tecnologico e dalla guerra fredda sino-americana, è fondamentale che le due principali potenze dell’Unione trovino un’intesa anche quando hanno posizioni diverse, com’è successo negli ultimi mesi.
La leadership europea non può essere assicurata da un unico paese, per quanto potente, né da un unico leader, per quanto ambizioso. La Francia e la Germania non possono guidare da sole i 27 paesi dell’Ue. Oggi la Polonia è il candidato più plausibile per far parte della leadership continentale, ma in base ai temi trattati si formano diverse coalizioni. È un processo complesso. Allora cosa c’è di meglio della diplomazia gastronomica per appianare le divergenze?
(Traduzione di Andrea Sparacino)