Il cosiddetto haircut (taglio di capelli, riduzione del valore del debito) per i possessori di titoli di stato greci dovrebbe essere del 21 per cento secondo il piano proposto dalla Commissione europea e dall’Institute of international finance (Iif). Con un’economia in recessione (il pil è calato del 5 per cento nei primi sei mesi del 2011), la questione non è più se si debba ristrutturare il debito, ma quanto costerà farlo.

Il progetto presentato coinvolge il settore finanziario privato, evitando che i costi del fallimento greco ricadano solo sui contribuenti e che venga premiato chi ha investito in modo sconsiderato. Lo scambio si prefigge di mobilizzare risorse per 54 miliardi di euro dal 2011 al 2014, per arrivare a 135 nel 2020, cioè una parte consistente del debito greco, che è di circa 350 miliardi.

Tuttavia il taglio proposto è troppo contenuto per i creditori e troppo oneroso per la Grecia. Secondo molti osservatori, ci vorrebbe un taglio del valore del debito di almeno il 50 per cento. Sarebbero già pronti dei piani di salvataggio per le banche esposte al debito greco, prevedendo un taglio di queste dimensioni.

Ma non è detto che sarebbe vantaggioso per la Grecia. Come nota Paolo Manasse su lavoce.info, il dimezzamento del valore dei titoli in circolazione comporterebbe in futuro più costi per il paese debitore, in termini sia di maggiori tassi d’interesse sia di una più lunga esclusione del paese dal mercato internazionale dei capitali.

È plausibile quindi che il taglio di capelli si collocherà a un livello intermedio tra il 21 e il 50 per cento.

Internazionale, numero 919, 14 ottobre 2011

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