Giorgio Napolitano è stato eletto al sesto scrutinio con 738 voti diventando il primo presidente riconfermato nella storia repubblicana. Avrà il difficile compito di mettere insieme una coalizione formata da partiti con programmi molto diversi tra di loro.
Un ulteriore compito arriva dal nuovo testo dell’articolo 81 della costituzione, secondo il quale il governo deve perseguire il pareggio di bilancio mantenendo “l’equilibrio tra le entrate e le spese (…) tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo in due casi: al fine di considerare gli effetti del ciclo economico oppure, previa autorizzazione delle camere, al verificarsi di eventi eccezionali come le forti recessioni, le crisi finanziarie e le calamità naturali.
Per assicurare l’applicazione di questa norma, il presidente ha armi spuntate, dato che il bilancio in pareggio riguarda l’insieme delle amministrazioni pubbliche, e l’autonomia di bilancio delle autonomie locali è tutelata dalla costituzione. Se il presidente lancia campanelli d’allarme contro potenziali sforamenti del deficit, i suoi richiami potrebbero sovrapporsi a quelli di Bruxelles.
Come osserva Pietro Manzini su
lavoce.info la figura del presidente sta cambiando: ha assunto un soft power che può essere usato verso l’esterno in funzione di garanzia del rispetto degli impegni presi, e verso l’interno come rappresentanza delle istanze di carattere sociale provenienti dai cittadini. Non possiamo che rivolgere i nostri migliori e più sentiti auguri a Giorgio Napolitano.
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