Le prestazioni di invalidità erogate nel Mezzogiorno sono il 51 per cento del totale nazionale. Secondo i dati del rapporto Istat 2012, nelle regioni meridionali risiede il 34,4 per cento della popolazione italiana. In termini di spesa, il costo delle prestazioni per il meridione è di circa sei miliardi di euro.
La pensione, come noto, dà diritto a prestazioni assistenziali e a forme di protezione per l’inserimento nel mercato del lavoro. Secondo alcune stime, in Sicilia ci sarebbero ventimila falsi invalidi su 292mila, con un danno erariale accertato dalla guardia di finanza che ammonta a venti milioni di euro in un solo anno.
L’origine del fenomeno è ricollegabile alla diffusione nella società e nell’economia italiane del clientelismo politico, delle infiltrazioni mafiose, della corruzione e degli sprechi. Sono moltissimi, infatti, i medici delle commissioni d’invalidità che si sono candidati e sono stati eletti.
Come propongono Margherita Billeri, Mario Centorrino e Pietro David su
lavoce.info, bisogna intervenire sulle macchinose procedure di accertamento, prospettando alti rischi di sanzione in tempi rapidi e realizzando efficaci controlli nel breve termine. È necessario aggredire il fenomeno seriamente e in fretta. Potrebbe farlo la “cabina di regia” del governo, se non servisse solo a preparare la prossima campagna elettorale.
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