Durante i quasi cinque anni di gestione da parte della Compagnia aerea italiana (Cai), il valore di Alitalia si è ridotto di oltre 33 volte. Secondo i dati presentati lo scorso ottobre dal consiglio d’amministrazione dell’azienda, oggi la compagnia di bandiera vale circa trenta milioni di euro. Nel 2008 valeva un miliardo di euro.

Quest’enorme perdita di valore corrisponde al debito accumulato dall’azienda. Due terzi del debito sono garantiti dagli aerei, mentre la parte restante è composta da esposizioni verso creditori come le banche, gli aeroporti e i vari fornitori. Come osserva Andrea Boitani su

lavoce.info, non prendendo mai seriamente in considerazione le importanti proposte arrivate per l’acquisto della compagnia di bandiera (come quella di Air France nel 2006), i governi degli ultimi anni hanno deciso di difendere Alitalia in nome di una presunta italianità. Di fatto, si è preferito scaricare sulla collettività le perdite dell’azienda.

Gli unici a essere difesi in questa vicenda sono stati gli azionisti di Alitalia. Ma bisogna fare esattamente il contrario: far pagare le perdite a chi ha sbagliato e non ai contribuenti. Chi pagherà la prossima crisi di liquidità della compagnia di bandiera? Il pacco (postale) per gli italiani è stato spedito.

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