Di recente ho passato un paio di settimane ad Haiti e altrettante in Colombia e in Toscana. Dove è più semplice collegarsi a internet?

Facile: in Colombia. Quasi tutti gli alberghi in cui sono stato hanno un buon collegamento wi-fi e a Santa Marta, una cittadina di pescatori nuova al turismo, c’erano dei computer a disposizione degli ospiti perfino nell’ostello. Anche nella vecchia Santa Fe de Antioquia c’erano un paio di ottimi internet café. L’Avianca, principale compagnia aerea colombiana, ha un sito web efficientissimo, e negli aeroporti il wi-fi era gratuito; in uno c’era addirittura una fila di prese elettriche per ricaricare i computer e i cellulari.

Per essere “il paese più povero dell’emisfero occidentale”, anche Haiti è sorprendentemente ben collegata, e con il mio cellulare potevo chiamare tutto il mondo.

Poi sono arrivato in Italia. Prima di tutto, il sito di Trenitalia si è categoricamente rifiutato di vendermi un biglietto. Ho perso un’ora solo per cercare di registrarmi e quando finalmente ci sono riuscito ho scoperto che il sito non accettava nessuna delle mie tre carte di credito. Idem per le altre tre di mia moglie. Per fortuna, un sito web inglese mi ha venduto i biglietti in un istante.

Con un gruppo di amici sono andato a piedi da Manciano (un unico computer nella biblioteca comunale e una fila di ragazzini in attesa) a Pitigliano (in albergo niente, ma ho trovato due pc nel bar accanto), Sovana (niente), Sorano (come sopra), Bolsena (un unico computer in albergo) e infine Orvieto (un solo pc in albergo con i clienti in fila). A Orvieto, per fortuna, c’erano alcuni internet café e qualche bar con il collegamento wi-fi. Tutto sommato, però, sono rimasto molto deluso.

Internazionale, numero 764, 3 ottobre 2008

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it