Il 27 giugno a Washington Andreas Schleicher, direttore del dipartimento Education and skills dell’Ocse, e Linda Darling-Hammond, professoressa di pedagogia a Stanford, hanno presentato il rapporto Teaching and learning international survey (Talis), prodotto dall’Ocse e dalla National commission on teaching and America’s future (Nctaf).

È il secondo dopo quello del 2008, tra cinque anni seguirà un terzo. Qua e là nella stampa il Talis è stato considerato indicativo dello stato complessivo della scuola in un paese. È un errore. Il Talis si concentra sulla scuola secondaria inferiore. Inoltre alla base ci sono le risposte date da oltre centomila insegnanti e dirigenti di istituto di scuole scelte casualmente in 34 paesi, 24 dell’Ocse e dieci associati.

Più che come indagine statisticamente rappresentativa su un campione stratificato il Talis è una sorta di megasondaggio sul modo in cui chi insegna nella media inferiore percepisce il suo ruolo nella scuola e nella società. Emergono con nettezza alcuni dati di natura anagrafica. La femminilizzazione dell’insegnamento dilaga quasi dappertutto: nella media Talis le donne sono 68 su cento, in Italia 78, unica eccezione il Giappone (39 donne su cento docenti). L’età media sfiora i 43 anni, l’Italia ha il corpo docente più anziano, 49 anni, marcatamente giovani gli insegnanti in Brasile e Inghilterra. Ma la media inferiore è uno snodo fondamentale e nel Talis ci sono parecchie altre informazioni rilevanti su cui torneremo.

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