Si avvicina la riapertura delle scuole in Spagna come altrove ed El País titola “El fracaso del sistema educativo”. Si tratta di un breve commento al rapporto del comitato spagnolo Unicef pubblicato poco tempo fa. Titolo e commento del giornale chiamano in causa il sistema educativo spagnolo “campeón del fracaso escolar en Europa”. Il caso è interessante e mostra che il fracaso dell’informazione giornalistica sulla scuola non è un fracaso solo italiano. Il rapporto Unicef tratta di scuola solo molto marginalmente. Allinea invece cifre, in parte di fonte Eurostat, che identificano la condizione di disagio e vera e propria povertà dell’infanzia e prima adolescenza in Spagna.
I bambini che vivono in famiglie sotto la soglia della povertà sono passati da due milioni nel 2008 a due milioni e 200mila nel 2013; la povertà infantile è in crescita dal 23,7 al 26,2 per cento, nell’Europa a 27 solo Bulgaria e Romania hanno percentuali più alte di bambini in stato di povertà; i bambini a rischio di esclusione sociale erano il 26 per cento e sono diventati quasi il 30 per cento; la crisi ha ridotto le possibilità di protezione pubblica dell’infanzia, che erano già basse prima; un bambino nasce in Spagna con un debito di 15.570 euro. In Spagna la miseria ha la faccia di bambino. Ma così succede anche in altri paesi Ocse, tra cui ovviamente l’Italia. Insieme all’infanzia la scuola subisce le dannose conseguenze di un fracaso che non ha creato lei.
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