Gli uffici dell’anagrafe, gli archivi e le chiese di tutto il paese sono sull’orlo del collasso a causa delle richieste di certificati di nascita, di matrimonio e di morte. Non si tratta di un’improvvisa ossessione per questi documenti, ma dell’effetto dell’approvazione in Spagna della legge sulla memoria storica. In base alle nuove norme, i discendenti degli emigrati spagnoli possono ottenere un passaporto comunitario provando le loro origini.
Intere famiglie si sono messe a studiare il loro albero genealogico in cerca di antenati galiziani, andalusi o catalani. Dato che sono in tanti a volersene andare dall’isola, si stima che entro la fine del 2010 saranno presentate più di 150mila richieste di cittadinanza spagnola.
Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento circa un milione di spagnoli si stabilì a Cuba. I loro discendenti hanno appena saputo che potranno intraprendere la strada del ritorno verso quella che un tempo era la patria dei loro antenati. Per riuscirci si sono messi a caccia delle loro radici e di documenti ingialliti che dimostrino il lungo viaggio dei loro nonni. Una vecchia foto, la lista dei passeggeri della nave con cui il nonno sbarcò nel nuovo mondo o un oggetto che ricordi il paese natale possono essere decisivi per ottenere la nuova cittadinanza.
Ai membri del Partito comunista cubano e ai militari è stato espressamente proibito di svolgere qualsiasi pratica per ottenere un passaporto straniero. Questo ovviamente non ha impedito a molti di presentare richiesta al consolato spagnolo dell’Avana. Anzi, il numero di dimissioni dal partito in questi giorni è aumentato, perché molti preferiscono il sogno di un passaporto europeo alla loro tessera con la copertina rossa.
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