**Speranze e aspettative continuano a essere deluse. L’ideale sarebbe poter riavviare le nostre vite, proprio come se fossero un sistema operativo, scrive Yoani Sánchez. **

Passare molte ore davanti allo schermo di un computer ci fa pensare come Windows, muovere come Linux e sognare in stile Mac. In alcune situazioni scomode vorremmo poter cliccare una combinazione di tasti e scappare via. Ma l’ideale sarebbe riavviare ogni tanto le nostre vite, proprio come se fossero un sistema operativo.

Dopo quasi due anni passati ad aspettare i segnali di apertura di Raúl Castro, ho buttato nel mio cestino personale le ultime illusioni sulle riforme a Cuba. Con un semplice clic sono passata dal gruppo di chi nutre ancora qualche speranza a quello dei disillusi. Ho selezionato tutti i desideri che avevo e li ho spostati nel buco nero della spazzatura.

Qui a Cuba negli ultimi mesi in molti si sono dati alla pulizia. Milioni di persone hanno riposto le speranze e rinunciato all’ottimismo. Quelli che aspettavano un annuncio o almeno un indizio del possibile cambiamento hanno capito che il secondo segretario del partito comunista è più preoccupato di perdere il potere che di deludere le nostre aspettative.

La terra non è andata ai contadini e l’obbligo di chiedere un’autorizzazione per uscire dal paese non è stato abolito. Non si sono viste neanche aperture sul diritto di espressione e su quello di associazione. Per ora il cestino è pieno di speranze deluse. C’è chi ancora spera di poterle ripescare; altri, come me, stanno per eliminarle definitivamente.

Yoani Sánchez è una blogger cubana. Il suo blog è tradotto in quattordici lingue, tra cui l’italiano. Vive all’Avana, dove è nata nel 1975. In Italia ha pubblicato Cuba Libre (Rizzoli 2009). Scrive una rubrica settimanale per Internazionale.

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