Quando si nascondono e si distorcono sistematicamente le informazioni, può capitare che un giorno un avvenimento porti allo scoperto la prolungata manipolazione delle notizie. È successo in occasione delle elezioni venezuelane del 14 aprile e del trattamento riservato dai mezzi d’informazione ufficiali a Cuba a questo appuntamento. Con la morte di Hugo Chávez e l’inizio della campagna elettorale in Venezuela, la tv e la stampa dell’isola si sono prodigate per dimostrare la scarsa popolarità del candidato dell’opposizione, Henrique Capriles Radonski.
Ogni giorno, fin dal primo mattino, la tv cubana parlava della vittoria sicura di Nicolás Maduro, l’erede di Chávez. Una vittoria schiacciante, queste erano le previsioni.
Ecco perché la sera del 14 aprile, quando sono stati resi noti i risultati, i lettori e i telespettatori cubani hanno avuto un attimo di smarrimento. I pochissimi voti di differenza tra Maduro e Capriles hanno confuso chi aveva creduto al quotidiano Granma, che aveva sottolineato l’enorme sostegno popolare nei confronti del “presidente sostituto”. Ma i 260mila voti in più ottenuti da Maduro non corrispondono ai pronostici fatti dalle autorità cubane. Le urne hanno mostrato che il Venezuela è un paese praticamente diviso a metà, in cui il governo e l’opposizione hanno milioni di sostenitori, e il discorso politico del potere ha innalzato il livello dello scontro.
D’ora in avanti per la stampa cubana sarà più difficile parlare del Venezuela come di un paese di un unico colore e con un unico partito. Quello che è successo ha poco a che fare con il sostegno unanime dei venezuelani a Nicolás Maduro.
Traduzione di Francesca Rossetti
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