Quest’anno il Ramadan è un inferno per gli iracheni. Non ha mai fatto così caldo e le scuole sono rimaste chiuse per due giorni per la mancanza di elettricità. E poi sono esplose violenze gravissime, con più di cinquecento persone uccise in un solo mese. A Baghdad in un solo giorno ne sono morte cinquanta. Gli iracheni sono sotto shock anche per l’evasione di centinaia di detenuti pericolosi dopo gli attacchi di Al Qaeda contro due grandi carceri di Baghdad.
“In tutto questo dove sono la polizia e l’esercito?”, si chiedeva un cittadino intervistato dalla tv Al Baghdadia.
Molti parlamentari si sono fatti la stessa domanda e hanno accusato il primo ministro Nuri al Maliki di ignorare le critiche al piano generale di sicurezza. Il politico Khalid Shwani ha dichiarato alla stampa: “C’è confusione nelle priorità delle nostre forze dell’ordine. Invece di dare la caccia ai terroristi, fanno irruzione nei locali e nei ristoranti che rimangono aperti durante il Ramadan”.
I principali partiti si accusano a vicenda di spalleggiare i terroristi prima delle elezioni. Alcuni alti ufficiali militari hanno dato le dimissioni denunciando un’influenza crescente delle milizie e dei partiti all’interno dell’esercito.
A Bassora, nel sud del paese, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti al municipio con candele e lanterne per protestare contro la corruzione, una piaga che colpisce soprattutto i servizi elettrici. “Dobbiamo seguire l’esempio egiziano!”, ha urlato un manifestante davanti alle telecamere.
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