Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.
Continuo ad avere lo stesso stesso problema con quella che da cinque anni è la mia migliore amica (e che a breve mi farà da testimone di nozze). Siamo entrambe empatiche, come quasi tutti i miei amici, ed entrambe in terapia per imparare a gestire la cosa. Io soffro di una grave ansia che ha delle ricadute sulla mia salute, e uno dei problemi legati all’empatia su cui sto lavorando è che quando ho bisogno di stare sola non rispetto i programmi. Lei dice di capire, ma le mie azioni le creano forti malumori. Un esempio: prendiamo vaghi accordi per vederci, poi io mi sento troppo male e non li rispetto, e lei per giorni cade in un vortice di emozioni negative. L’ultima goccia è stata venerdì scorso, quando mi ha chiamato in piena notte. Una volta sola, senza lasciare messaggi in segreteria né scrivere, e senza più richiamare. Lunedì mattina le ho scritto chiedendole com’era andato il weekend e ho ricevuto una risposta gelida. A quanto pare venerdì le è successo qualcosa, mi ha chiamato cercando sostegno e il fatto che non abbia risposto l’ha molto turbata. Mi sono scusata per averle involontariamente suscitato ansia e ho cercato di fissare qualche regola per contattarmi in situazioni di emergenza (lasciare un messaggio in segreteria o scrivermi) in modo tale che capisca che è urgente. Non mi ha più risposto, e sono un po’ scoraggiata. Lei soffre molto quando la fanno sentire in colpa per la sua emotività, e quindi io sto attenta a non sminuire le sue emozioni, ma non so nemmeno se questo cambia qualcosa. Nell’ultimo anno abbiamo avuto diversi scontri, sempre per qualcosa che io avevo fatto o detto, quasi sempre involontariamente, che l’hanno spinta a “fare un passo indietro”. Dice e ripete di sapere che sto facendo del mio meglio per comportarmi da buona amica e contemporaneamente affrontare i miei casini emotivi. Ma non ho questa sensazione. La mia sensazione, sempre più spesso, è che nessuno possa essere AL TEMPO STESSO un essere umano e suo amico. Fino a poco tempo fa io avevo zero barriere emotive ed ero sempre a sua disposizione, anche senza preavviso, per aiutarla a gestire il carico delle sue emozioni. Ma adesso che cerco di essere più parsimoniosa con la mia disponibilità e avere un po’ cura di me stessa, sembra che non faccia altro che ferirla. Cosa cazzo devo fare? Ho tentato di mostrarmi aperta e paziente davanti ai suoi sbalzi d’umore, ma a quanto pare lei non vuole concedermi il beneficio del dubbio, cosa che io cerco sempre di fare. Queste difficoltà stanno aggiungendo ulteriore stress alla faccenda del matrimonio (sulla tua testimone di nozze devi poter contare, o no?). La situazione non è sostenibile, anche se le voglio davvero bene. Mi aiuti a capirci qualcosa?
–Emotions Making Personal Affection Too Hard
Sintonizzarsi con le emozioni degli altri al punto da sentirne il dolore – essere empatici – sembra sfiancante. Ma Lori Gottlieb, una psicoterapista che lavora in proprio, non è convinta che qui il problema sia la superempatia. “Lo stato d’animo di EMPATH dipende troppo dalle azioni dell’altro”, dice Gottlieb. La maggior parte delle persone è empatica, ma quella tra queste due persone non è empatia. Annegano una nelle emozioni dell’altra. È quella che oggi viene chiamata a volte codipendenza, e che in terapia definiamo disturbo dell’attaccamento”.
A leggere la tua lettera, EMPATH, si direbbe che tu sia pronta a staccarti dalla tua amica – parli di ultima goccia e dici che il rapporto non è sostenibile – e un distacco risolverebbe il problema di attaccamento.
“Più che un’amicizia, sembra uno psicodramma in cui entrambe mettono in scena i rispettivi problemi”, dice Gottlieb. “L’amicizia non consiste nel risolvere i problemi emotivi dell’altro o farne da contenitore. Non significa soffrire enormemente per le sue emozioni, né per i confini personali che pone. Dev’essere un rapporto appagante, non di mutua coterapia. In un’amicizia forte, ciascuno è in grado di gestire le sue emozioni senza aspettarsi che sia l’altro a regolarle”.
Gottlieb ha cominciato a scrivere una rubrica di consigli perché quelli come noi, a differenza degli psicoterapisti, dicono alla gente cosa fare. Secondo me la tua terapista ti fa domande indirizzandoti con delicatezza, EMPATH, ma dal momento che oggi Gottlieb è qui come titolare della sua rubrica e non come psicoterapista, le ho chiesto di dirti cosa fare.
“Deve comportarsi più da amica che da terapista/badante” risponde lei. “Non deve trattare la sua amica e se stessa come se fossero entrambe troppo fragili per sopportare una comunicazione o dei confini personali elementari. E tutte e due dovrebbero affrontare i loro problemi con i rispettivi terapisti, non l’una con l’altra”.
Se poi decidi che questa donna deve rimanere nella tua vita (e nelle tue nozze), EMPATH, dovrete entrambe lavorare (sospiro) sulle vostre capacità di comunicazione. “In questo momento, la sensazione è che non sappiano comunicare tra loro in modo diretto”, dice Gottlieb. “Vanno dal messaggino gelido al lamentarsi dell’altra con degli sconosciuti, ma quando devono interagire tra loro usano la massima prudenza, come se una o entrambe rischiassero di sgretolarsi qualora l’altra dicesse semplicemente: ‘Ti voglio davvero bene e so che a volte hai bisogno di parlare delle tue cose, ma ogni tanto per me è un po’ troppo, e penso che forse dovresti parlarne con il tuo terapista’”.
Il nuovo libro di Lori Gottlieb, Maybe you should talk to someone, è nella classifica bestseller del New York Times. Seguitela su Twitter: @LoriGottlieb1
Devo andare in macchina da New Orleans a Toronto. È quasi impossibile guidare dall’Ontario alla Louisiana senza fermarsi a fare benzina/mangiare/dormire in Ohio, Georgia o Alabama. Io però, durante il viaggio, voglio boicottare gli stati dell’Ancella. Solo che ormai sento di dover controllare le notizie tutti i giorni per vedere a quale stato è toccata ora. Hai qualche consiglio pratico da darmi? O è meglio che me ne resti a casa finché il vostro sistema democratico e giudiziario non verrà riparato e il vostro Collegio elettorale sarà stato abolito?
–Canadian Avoids Nearing Terrible Georgia, Ohio…
Perché mai andare a sud, CANTGO? Anche se vivi in Canada da sempre, è impossibile tu abbia esplorato ogni angolo del tuo splendido paese. Se però sei davvero, assolutamente costretto a salire a bordo del Titanic – chiedo scusa: a visitare gli Stati Uniti – svolta decisamente a destra appena superato il confine e dirigiti a ovest. Goditi la penisola superiore del Michigan, vatti a vedere un po’ di quei laghi del Minnesota di cui parlano tanto, sfreccia attraverso il Dakota, il Montana e la parte più stretta dell’Idaho, e in breve tempo ti ritroverai nello stato di Washington, dove il diritto di scelta delle donne è garantito dalla costituzione statale. Le estati sono una delizia, ci sono sentieri che portano ai laghi di montagna, e i democratici controllano entrambe le camere dell’assemblea legislativa e il palazzo del governatore, per cui a Seattle non dovrai controllare le notizie tutti i giorni.
Strettamente riservato, ma per tutti: le assemblee legislative controllate dai repubblicani in Ohio, Georgia, Kentucky, Missouri, Arkansas, Utah, Mississippi e Alabama stanno imponendo a colpi di maggioranza una serie di leggi contro la libertà di scelta, contro le donne e contro il sesso. “Questa nuova ondata di legislazione antiabortista lascia prevedere che un’eventuale America post-Roe contro Wade, la storica sentenza che nel 1973 stabilì uno dei principali precedenti per la legislazione statunitense sull’aborto, non somiglierebbe al paese che eravamo prima di allora”, ha scritto Michelle Goldberg sul New York Times. “È probabile che sarebbe ben peggiore”. Se queste leggi verranno dichiarate costituzionali – e ora può succedere – i medici finiranno in carcere, le donne che hanno un aborto spontaneo saranno perseguite, e molte forme di contraccezione verranno vietate. Se anche voi siete incazzati come me – e chi non lo è può andarsene affanculo – vi prego di registrarvi e far registrare tutti i vostri amici nelle liste elettorali, così da mandare a casa i legislatori e i governatori antiabortisti nel 2020. Per chiarezza: al momento l’aborto rimane legale in tutti e cinquanta gli stati, per cui non dovete aspettare fino al prossimo novembre per mandare un vaffanculo agli stati repubblicani che promuovono queste leggi. Donate un contributo a un’organizzazione che aiuta le donne ad abortire negli stati repubblicani, per esempio lo Yellowhammer Fund dell’Alabama (yellowhammerfund.org), il Gateway Women’s Access Fund del Missouri (gwaf.org) e la Women Have Options dell’Ohio (womenhaveoptions.org).
(Traduzione di Matteo Colombo)
Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.
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