Nel Bradgate Park di Newtown Linford, nel Regno Unito, durante l’eclissi del 20 marzo 2015. (Darren Staples, Reuters/Contrasto)

Il Sole continua a danneggiare la pelle anche alcune ore dopo l’esposizione. Sorprendentemente, questa azione potrebbe dipendere dalla presenza nelle cellule di melanina, un pigmento scuro che si pensava avesse un effetto protettivo verso gli ultravioletti, la parte di raggi solari particolarmente dannosa.

I raggi ultravioletti alterano la struttura del dna, falsandone la lettura corretta e provocando mutazioni, che possono portare al cancro. Douglas Brash e colleghi hanno notato che nei melanociti, le cellule della pelle che contengono melanina, il dna viene alterato durante l’esposizione al sole, ma anche alcune ore dopo. Nelle cellule che non contengono melanina il dna viene alterato solo durante l’esposizione agli ultravioletti. Si pensa che gli ultravioletti eccitino un elettrone della melanina, che rimarrebbe nello stato eccitato per ore, alterando il dna quando torna allo stato normale. Nell’esperimento, pubblicato sulla rivista Science, sono stati usati melanociti umani e di topo.

I danni al dna derivanti dagli ultravioletti causano il melanoma, un cancro della pelle aggressivo, che negli Stati Uniti è in aumento. Sfruttando il meccanismo appena scoperto, si spera di poter ideare un trattamento che blocchi a lungo termine per alcune ore i danni causati dal sole.

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