Viktor Bout è il più grande trafficante d’armi del mondo. Braccato dalla giustizia internazionale, vive tranquillo a Mosca. Un giornalista del New York Times lo ha incontrato
Viktor Bout è il più grande trafficante del mondo. Un giornalista americano è riuscito a incontrarlo
La storica alleanza tra Cina e Corea del Nord comincia a traballare. Il programma nucleare di Pyongyang infastidisce Pechino che non vuole rinunciare alla stabilità della regione e agli ottimi accordi economici siglati con Seoul
Superato l’imbarazzo iniziale, la vita in un campo naturista è un’esperienza liberatoria e rilassante
Tredici milioni di sudafricani seguono con passione gli episodi delle telenovelas nazionali. Sono un successo: di pubblico, ma anche per chi sta cercando di immaginare un nuovo Sudafrica
L’imprenditore Bennett LeBow ha deciso di usare del tabacco transgenico per produrre sigarette senza nicotina. L’industria del tabacco era quasi riuscita a impedirglielo. Ma LeBow ha trovato degli alleati: gli agricoltori amish della Pennsylvania
Prendi una città di provincia del nord Italia a metà settembre, quando le giornate sono ancora calde. Portaci decine di scrittori e scrittrici. Che siano italiani, ma soprattutto stranieri: l’israeliano David Grossman, l’iraniana Marjane Satrapi, il senegalese Boubacar Boris Diop, lo statunitense Jonathan Franzen, l’indiana Arundhati Roy, l’inglese Tobias Jones, il tedesco Hans Magnus Enzensberger, l’ungherese Imre Kertész, l’inglese Antonia Byatt e tanti altri. Riempi tutti gli spazi in cui si svolgono gli incontri con migliaia di persone, giovani e anziani, bambini e famiglie, coppie e gruppi. Persone che ascoltano, ma soprattutto che fanno domande e cercano di capire. Ecco: a Mantova, la scorsa settimana, è successo proprio questo. Si è parlato di letteratura ma tanto anche di politica. E tutti avevano l’aria contenta. Forse perché, come ha ironizzato Hebe de Bonafini, presidentessa delle Madres de Plaza de Mayo, “il rivoluzionario ha sempre la faccia allegra, sono gli imperialisti quelli con la faccia di culo”. Leggi
Il progetto per la ricostruzione del World Trade Center firmato da Daniel Libeskind è un simbolo della forza della democrazia. E dei newyorkesi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati