Gli errori degli americani raccontati dalla stampa araba. Il dramma degli ostaggi, il confronto con il Vietnam
Se non fosse tanto grave, la situazione sembrerebbe quasi comica. L’anno scorso ci avevano parlato di legami con il terrorismo e armi di distruzione di massa, poi ci avevano spiegato che rovesciare un dittatore è un fatto positivo in sé. Oggi Le Monde informa che gli Stati Uniti hanno chiesto aiuto perfino agli iraniani. Intanto la coalizione è allo sbando: gli ucraini se ne sono andati, giapponesi e coreani si sono barricati, spagnoli e kazachi aspettano un ritiro annunciato, i bulgari gridano aiuto, i polacchi si chiedono se restare, gli italiani negoziano con il nemico. Naomi Klein, da Baghdad, parla addirittura di una intifada irachena. Mentre il quotidiano Libération scrive: “Torna, Saddam!”. E aggiunge: la sua cattura “potrebbe aver peggiorato in modo definitivo” il futuro della regione. È impossibile rimpiangere un dittatore. Ma è vero che agli Stati Uniti la situazione è scappata di mano. E quel che è peggio è che non si capisce se è successo per una serie di previsioni sbagliate o per incapacità nel gestire il conflitto. Leggi
Washington ha sottovalutato troppi elementi del puzzle iracheno
Can Dündar, Milliyet africa e medio oriente.
Tra McMondo e McJihad
L’Algeria riemerge da dieci anni di guerra civile
Neanche il brutto tempo riesce a rovinare una vacanza alle Seychelles
Perché insistiamo a inseguire l’oggetto dei nostri desideri?
Ricchi e poveri giocano a calcio
I limiti del capitalismo italiano
È più difficile scrivere un romanzo di duecento pagine o uno di oltre mille? Essenziale non vuol dire per forza bello
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati