La strage in Ossezia, le ragazze italiane rapite in Iraq, l’ombra lunga di al Qaeda. Tre anni dopo l’11 settembre, il mondo è ancora in guerra. I commenti della stampa straniera, l’analisi di Anna Politkovskaja
Nella strage di Beslan al Qaeda non c’entra. Ma bin Laden e tutti i governi approfittano di questa scusa
l conflitto ceceno sembra senza vie d’uscita. Ed è colpa del governo russo se non ci sono più spiragli per una soluzione pacifica. La durissima accusa della giornalista Anna Politkovskaja contro il presidente Vladimir Putin. Leggi
Trent’anni di isolamento internazionale hanno permesso al piccolo stato del Laos di mantenere intatta la sua identità culturale. Anche in cucina
Il1995 si è chiuso senza nessun grande conflitto tra Stati. Aumentano, invece, le guerre civili, etniche ed esportate. La democrazia resta il miglior antidoto.
Putin dà la colpa ad al Qaeda e non parla della Cecenia. Ma le sue accuse non convincono. I commenti della stampa russa
Il greggio estratto in Kuwait arriva nelle stazioni di servizio tedesche in 37 giorni. Durante il viaggio, il prezzo di un litro passa da meno di un centesimo a più di un euro. L’inchiesta del settimanale Die Zeit spiega perché
La mostra Flags of America offre uno sguardo sulla fotografia statunitense a partire dalla seconda guerra mondiale. Dalla fine del conflitto la società è stata interpretata con visioni molteplici che hanno dato il via a importanti ricerche artistiche. Leggi
Naomi Klein le conosce. Le ha incontrate quand’è andata in Iraq per scrivere il lungo reportage che abbiamo pubblicato la scorsa settimana, Baghdad anno zero. “Simona Torretta e Simona Pari sono due ragazze coraggiose. Sapevano bene quali rischi correvano, ma sono volute rimanere in Iraq per aiutare gli iracheni. Detesterebbero qualunque uso politico e strumentale di quello che stanno passando ora”. Che siano in Ossezia o a Baghdad, i terroristi sono disprezzabili per mille motivi. Alcuni sono evidenti e largamente condivisi. Eccone invece uno nostro, di noi che lavoriamo in un giornale: quando dedichiamo tante pagine a un avvenimento eccezionale, dobbiamo sacrificare molti articoli che parlano di fatti e paesi lontani. Nel corto circuito tra informazione, politica e guerra, le vittime collaterali sono, ancora una volta, i più “deboli”: tutti quei fatti espulsi dalle pagine dei giornali e dagli schermi della tv per far spazio alla nuova tragedia. Leggi
Gli arabi non possono più continuare a far finta di niente: dall’Ossezia all’Iraq, quasi tutti i terroristi sono musulmani. Il direttore della televisione al Arabiya invita la comunità islamica all’autocritica
Al Qaeda non ha gli scopi politici di gruppi come Hamas o Eta. I suoi obiettivi sono le stragi e il progetto di imporre un ordine fondamentalista e conservatore
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