Reportage dall’iraq. I commenti della stampa sui giornalisti rapiti. Tobias Jones intervista Enrico Deaglio
I privilegi sono finiti
L’uccisione di Enzo Baldoni e il sequestro dei due reporter francesi sono gli ultimi episodi di un conflitto che attraversa i campi di battaglia di tutto il mondo
Secondo il direttore di Le Monde, il terrorismo non risparmia nessuno. Bisogna unirsi per difendere la democrazia
Istruzioni per l’uso del voto
Il saccheggio dell’Iraq e le illusioni dei neoconservatori statunitensi
La mostra Flags of America offre uno sguardo sulla fotografia statunitense a partire dalla seconda guerra mondiale. Dalla fine del conflitto la società è stata interpretata con visioni molteplici che hanno dato il via a importanti ricerche artistiche. Leggi
“Viviamo in uno stato moderno in cui prevale lo stato di diritto, oppure nel territorio feudale di un bandito istituzionalizzato?”, si chiede Tim Parks. Leggi
Musicisti di ogni paese si esibiscono nelle stazioni e nei corridoi della metropolitana di Parigi
Enzo Baldoni esplorava con coraggio le profondità dell’animo umano. Il ricordo di una collega francese
La fine di un giornalista che aveva scritto da diversi focolai di crisi ed era stato ostaggio dei guerriglieri delle Farc
La polemica italiana su Fahrenheit 9/11 è incomprensibile. C’è chi si lamenta che il film è brutto, noioso eccetera. Ma è un falso problema. È come guardare un cartone animato di Heidi e criticarlo perché non ci sono inseguimenti con gli elicotteri. Forse la vittoria a Cannes ha spinto molti ad aspettarsi un film diverso. Ma Fahrenheit 9/11 non parla a noi europei, si rivolge agli americani e possibilmente a quelli incerti. In altri termini: andrebbe giudicato più per la sua (eventuale) capacità di togliere voti a Bush che per meriti strettamente artistici o cinematografici. Fare politica significa anche mettere a disposizione il proprio mestiere, e in questo senso Moore ha fatto politica nel modo più onesto. Ha fatto quel che sapeva fare meglio: il regista. A chi lo accusa di manipolare i fatti, risponde pubblicando sul suo sito un minuzioso elenco di fonti. Ha ragione lo scrittore John Berger quando dice: questo film “vuole fortemente che l’America sopravviva”. Leggi
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