Secondo i giudici, è stato violato l’articolo 3 della convenzione europea dei diritti umani sul “divieto di tortura e di trattamenti disumani o degradanti”
Quando Matteo Renzi rievoca le origini della sua vocazione politica, ricorda spesso gli anni novanta: il massacro di Srebrenica, il genocidio del Ruanda, l’apartheid. A pensarci: tutti eventi ovviamente toccanti, ma forse proprio perché distanti nello spazio, fuori dalle possibilità di intervento. Questioni di politica estera su cui non potevamo che essere spettatori. Momenti così drammatici che – da lontano, appunto – non era e non è difficile scegliere da che parte stare. Leggi
Essere condannati per tortura non è uno scherzo, almeno non per una democrazia europea. Lo è ancora meno se a esprimere quel giudizio è la corte europea per i diritti umani. E almeno questa volta, finalmente, dopo quasi 15 anni dai fatti del G8 del 2001, la politica reagisce. Ma qualche dubbio è lecito. Leggi
Attribuendo la definizione di tortura alle violenze commesse dalla polizia nella scuola Diaz di Genova quattordici anni fa, la corte europea dei diritti umani è arrivata dove le istituzioni italiane non hanno avuto la forza, il coraggio, o semplicemente la decenza, di arrivare. Leggi
Il fatto grave, che spiega tante cose e anche la mancata introduzione del reato di tortura, è che resiste nel paese, e nei suoi gruppi dirigenti, una forma diffusa di preoccupazione non per ciò che le polizie, in nome e in forza della legge possono compiere, ma per ciò che possono compiere contro la legge. Leggi
I ragazzi che il 21 luglio 2001 erano alla Diaz e alla caserma di Bolzaneto raccontano le violenze della polizia. L’inchiesta del Guardian sulla notte in cui ogni diritto civile venne sospeso. Leggi
Il 21 luglio 2001 si era chiuso il G8 di Genova: tre giorni di manifestazioni e scontri tra polizia e manifestanti in cui era morto un ragazzo, Carlo Giuliani, e circa mille persone erano rimaste ferite. Molti manifestanti erano tornati a casa. Altri, soprattutto gli stranieri, si erano fermati a dormire a Genova. Leggi
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per tortura per il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine durante l’irruzione alla scuola Diaz avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, alla fine del summit del G8 a Genova. I giudici hanno dichiarato all’unanimità che è stato violato l’articolo 3 della convenzione europea dei diritti umani sul “divieto di tortura e di trattamenti disumani o degradanti”.
Il ricorso è stato presentato da Arnaldo Cestaro, che all’epoca dei fatti aveva 62 anni e si trovava nella scuola Diaz quando un’unità della polizia ha fatto irruzione nell’edificio per una perquisizione. Cestaro ha denunciato di essere stato picchiato dagli agenti, che gli hanno causato diverse fratture, nonostante fosse contro un muro con le braccia alzate. L’Italia dovrà versare a Cestaro un risarcimento di 45mila euro per danni morali.
La Corte ha concluso che l’articolo 3 della convenzione è stato violato anche a causa di una legislazione penale inadeguata, che non prevede il reato di tortura. Nella sentenza si sottolinea che è necessario che “l’ordinamento giuridico italiano si munisca degli strumenti giuridici adatti a sanzionare in modo adeguato i responsabili di atti di tortura o di altri maltrattamenti”.
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo condanna l’Italia per tortura per il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine durante l’irruzione alla scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova del luglio 2001. Sky Tg24
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