Il 24 aprile vengono commemorati i cent’anni del genocidio commesso tra il 1915 e il 1917 dall’impero ottomano
Una memoria contro l’altra, la storia di alcuni contro la storia di altri. Nella giornata di venerdì, mentre gli armeni commemoreranno il centenario del giorno in cui cominciò il loro genocidio (più di un milione di morti), la Turchia celebrerà un altro centenario, quello della vittoria ottenuta contro gli alleati della grande guerra nella lunga e sanguinosa battaglia dei Dardanelli. Leggi
Il presidente tedesco ha riconosciuto per la prima volta che il massacro degli armeni compiuto dalle forze ottomane nel 1915 è stato un “genocidio”. Gauck ha sottolineato anche la “corresponsabilità” tedesca nel crimine. “Anche noi tedeschi dobbiamo fare il nostro lavoro di memoria”, sulla “complicità nel genocidio degli armeni”, ha detto Gauck, facendo riferimento al coinvolgimento delle forze armate tedesche nelle deportazioni degli armeni.
La dichiarazione tedesca arriva alla vigilia del centesimo anniversario dell’inizio delle uccisioni compiute dai turchi ottomani, che provocarono 1,5 milioni di vittime tra il 1915 e il 1917.
In Armenia è cominciata la cerimonia per canonizzare 1,5 milioni di armeni massacrati dalle forze ottomane nel 1915. Il servizio si svolge nella cattedrale di Echmiadzin, la città più importante per la chiesa armena, risalente al quarto secolo e considerata la cattedrale più antica del mondo. Si tratta della più grande canonizzazione della storia, che precede la commemorazione che avrà luogo domani, 24 aprile, nella capitale dell’Armenia, Erevan, in occasione del centesimo anniversario dall’inizio delle uccisioni. Alla commemorazione sono attese milioni di persone, tra cui alcuni capi di stato, come il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande.
Gli armeni si sono battuti per decenni affinché i massacri compiuti dagli ottomani tra il 1915 e il 1917 fossero riconosciuti come genocidio. Ma la Turchia ha sempre rifiutato questa definizione. I paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono 22, tra cui l’Italia.
I massacri della popolazione cristiana (armeni, siro cattolici, siro ortodossi, assiri, caldei e greci) avvenuti in Turchia tra il 1915 e il 1916 sono ricordati dagli armeni come il Medz yeghern, “il grande crimine”: almeno 1,2 milioni di vittime. La Turchia non ha mai accettato la definizione di genocidio. Leggi
Ankara può prendersela solo con se stessa. Se avesse abbandonato il suo ostentato diniego e si fosse preparata al centenario del genocidio armeno riconoscendo la realtà dei fatti, non si troverebbe oggi in una posizione imbarazzante. Leggi
Il parlamento europeo ha approvato stasera per alzata di mano e a larga maggioranza una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni a opera dell’impero ottomano, rende omaggio alle vittime e propone l’istituzione di una giornata europea del ricordo. La risoluzione, inoltre, “deplora fermamente ogni tentativo di negazionismo” e con un emendamento elogia la dichiarazione del 12 aprile con cui papa Francesco ha commemorato il centenario del genocidio, il primo del novecento, “in uno spirito di riconciliazione”. Anche se la risoluzione ripete quanto già adottato nel 1987, il rischio è che faccia salire la tensione con la Turchia.
Secondo i primi commenti del ministero degli esteri turco, l’Europa “ripete un errore già commesso in passato” e questo testo, “esempio senza precedenti di incoerenza in ogni suo aspetto”, viene “respinto al mittente” dal governo della Turchia. Già prima del voto, il presidente Recep Tayyip Erdoğan aveva detto che non avrebbe tenuto in nessun conto il risultato.
Con il riconoscimento del genocidio del popolo armeno, Bergoglio ha voluto ergersi a difensore della cristianità perseguitata nel mondo e diventare interlocutore privilegiato delle chiese orientali. Leggi
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