Il personale della scuola (docenti, dirigenti e personale amministrativo) il 12 maggio ha partecipato a un nuovo sciopero convocato dai Cobas, in particolare contro l’inefficacia delle prove Invalsi. Dopo una giornata di colloqui a palazzo chigi i sindacati hanno definito “insufficienti” le modifiche da parte del governo alla riforma. La Cgil non esclude il blocco degli scrutini
L’ipotesi che i sindacati ostacolino gli scrutini di fine anno scolastico come segno di protesta contro i contenuti del disegno di legge della cosiddetta Buona scuola si fa sempre più concreta. Nella nuova giornata di proteste, l’incontro a palazzo Chigi tra i sindacati e il governo – rappresentato dalle ministre Boschi, Madia, Giannini, dal ministro Delrio e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio De Vincenti – si è concluso senza un’intesa. “È ancora come se avessimo la pistola puntata alla tempia” ha sintetizzato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. Nel merito, ha osservato la numero uno della Cgil Susanna Camusso, “non è stata data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto”.
E anche la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ritiene insufficienti le modifiche introdotte in parlamento. “Se si fossero fatti prima altri incontri con il governo”, ha osservato “sicuramente avremmo costruito un percorso più utile per cambiare la scuola”. “Restano divergenze forti” è stata costretta ad ammettere la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, che ha ribadito la volontà di dialogo espressa in più occasioni dal presidente del consiglio Matteo Renzi. “Sui punti qualificanti del ddl scuola non faremo passi indietro”, ha però avvertito Giannini, definendo “gravissima la strumentalizzazione” dei test Invalsi.
Oggi il personale della scuola (docenti, dirigenti e personale amministrativo) parteciperà a un nuovo sciopero convocato dai Cobas scuola. Si tratta della terza giornata di un unico sciopero nazionale che è cominciato il 5 e 6 maggio contro la riforma scolastica proposta dal governo, la cosiddetta Buona scuola. Il 12 maggio si protesta in particolare contro l’inefficacia delle prove Invalsi che si terranno oggi. A partire dalle 15 a palazzo Chigi il governo incontrerà i sindacati della scuola e anche i leader di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Per l’esecutivo, oltre alla ministra Stefania Giannini saranno presenti i ministri Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Graziano Delrio e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti. Negli incontri si discuterà della riforma La buona scuola.
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza stamattina in tutta Italia per protestare contro il disegno di legge conosciuto come la Buona scuola, voluto dal governo Renzi. Sette le piazze principali, da Milano a Bari, da Aosta a Palermo, ma molto più numerosi i cortei che si sono moltiplicati in tutte le maggiori città e le iniziative di protesta spontanee. Secondo la Cgil hanno partecipato centomila persone soltanto a Roma.
Il presidente del consiglio ha difeso la riforma: “Ci sono tante persone che oggi protestano, noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare e parlare, ma siamo il primo governo che mette tre miliardi sulla scuola”, ha sottolineato Renzi durante una visita a Bolzano. “Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate”, ha ribattuto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui “il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”.
Hanno aderito tutte le sigle sindacali: i tre sindacati confederali, Gilda, Snals e l’ala Cobas, che sciopererà anche domani e martedì 12 nel tentativo di ostacolare il regolare svolgimento dei test Invalsi. Ed è stata forte anche la partecipazione degli studenti, a partire dai coordinamenti Link e Unione degli studenti. A Roma centinaia di insegnanti dei Cobas hanno bloccato un tratto di viale Trastevere di fronte al ministero dell’istruzione attraverso un sit in con striscioni, musica e cori. Al fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti hanno sfilato anche molti esponenti politici come Stefano Fassina del Partito democratico, contestato da alcuni manifestanti.
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, in un’intervista al QN aveva definito lo sciopero politico, senza presupposti e legato a strategie elettorali, accusando i sindacati di essere su posizioni antiche. La stessa Giannini ha poi suggerito che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché “da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”. La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, dalla piazza di Milano ha risposto che “questa riforma l’ho letta bene e non mi piace”, mentre Carmelo Barbagallo della Uil ha affermato che la scuola italiana “non ha bisogno di podestà”, ma di essere “pubblica, libera e democratica”. I Cobas hanno descritto quello odierno come “il più grande sciopero della scuola italiana”.
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