L’ipotesi che i sindacati ostacolino gli scrutini di fine anno scolastico come segno di protesta contro i contenuti del disegno di legge della cosiddetta Buona scuola si fa sempre più concreta. Nella nuova giornata di proteste, l’incontro a palazzo Chigi tra i sindacati e il governo – rappresentato dalle ministre Boschi, Madia, Giannini, dal ministro Delrio e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio De Vincenti – si è concluso senza un’intesa. “È ancora come se avessimo la pistola puntata alla tempia” ha sintetizzato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. Nel merito, ha osservato la numero uno della Cgil Susanna Camusso, “non è stata data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto”.
E anche la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ritiene insufficienti le modifiche introdotte in parlamento. “Se si fossero fatti prima altri incontri con il governo”, ha osservato “sicuramente avremmo costruito un percorso più utile per cambiare la scuola”. “Restano divergenze forti” è stata costretta ad ammettere la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, che ha ribadito la volontà di dialogo espressa in più occasioni dal presidente del consiglio Matteo Renzi. “Sui punti qualificanti del ddl scuola non faremo passi indietro”, ha però avvertito Giannini, definendo “gravissima la strumentalizzazione” dei test Invalsi.
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