La scrittrice Paola Soriga e la fotografa Simona Pampallona hanno attraversato la città in lungo e in largo per conoscere gli stranieri che la abitano. Dagli etiopi ai russi, il racconto di comunità che pochi conoscono.
Gli egiziani sono la seconda comunità africana in Italia, dopo quella marocchina. In questi vent’anni sono cambiati: sono più stabili, hanno portato le loro mogli e i loro figli sono nati qui, studiano, e ci sono candidati egiziani nei municipi. Leggi
Tra le scuole, i corsi, i progetti per permettere ai bambini e ai ragazzi di seconda generazione di studiare qui in Italia la lingua del paese d’origine dei loro genitori che ho conosciuto negli ultimi mesi, il caso di Ladispoli è l’unico a coinvolgere la nostra scuola pubblica. Leggi
I cinesi sono la quarta comunità più numerosa in Italia, dopo quelle romena, albanese e marocchina. La maggior parte di loro arriva dall’operosa e ricca regione dello Zhejiang, e, negli ultimi anni, dal nordest, soprattutto donne in pensione che vengono a fare le tate o le badanti per famiglie dei loro connazionali che sono qui da più tempo. Ma negli anni ottanta, a Roma come nelle altre città italiane, erano pochi, si conoscevano tutti. Leggi
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica dall’Ucraina sono partite soprattutto le donne, la maggior parte di loro dirette in Italia, per prendersi cura dei nostri nonni, dei nostri figli, delle nostre case. Donne, in molti casi, con un’istruzione superiore, professioniste o insegnanti, che spesso lasciavano a casa i loro mariti e i loro figli. Leggi
Al parco dell’Aniene, la domenica mattina, le squadre di cricket si ritrovano per giocare partite che durano ore, in un’area attrezzata e gratuita. Arrivano da molti quartieri di Roma, dalla provincia, dall’Umbria. Come il primo ragazzo che incontriamo, che ha la maglia della Ternana e che non è bangladese, ma indiano. Leggi
In fondo a via Tiburtina, a Roma, vicino a Rebibbia, nel cortile di un istituto dei Salesiani non più in uso, una domenica mattina di febbraio, decine di persone sono riunite per una funzione religiosa, nel vento freddo e nel sole. Indossano il tipico velo bianco decorato ai bordi, sopra ai pantaloni e alle gonne, molti hanno gli ombrelli colorati delle feste, cantano e battono le mani al ritmo di un tamburo. Leggi
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