È una ricercatrice italiana presso l’Università di Copenaghen. Si occupa di mezzi d’informazione arabi, e in particolare di industria televisiva siriana. Su Twitter: @donatelladr
Un posto al sicuro da esplosioni, attentati, violenze. Un posto senza caos, filo spinato e gas lacrimogeni alle frontiere. Un posto dove non muori mentre stai bevendo un bicchiere di vino al bar o ascoltando il concerto del venerdì sera. Anche perché un bar non c’è, né un bicchiere di vino, né tantomeno musica e balli. È la “dolce vita” descritta da un video diffuso dalla filiale del gruppo Stato islamico della regione di Aleppo all’inizio di febbraio. Leggi
Con la fine del Ramadan si è chiusa anche la stagione televisiva per eccellenza, quella a cui l’industria dei mezzi d’informazione arabi lavora per tutta la durata dell’anno. Il 2015 è stato caratterizzato da un segno malinconico, a tratti disperato, che non si vedeva da tempo sugli schermi arabi, e che è lo specchio della situazione politica (ed esistenziale) del Medio Oriente contemporaneo. Leggi
Se il selfie è la forma di autoritratto che fa incontrare l’individuale e il collettivo, il personale e il condiviso, allora non c’era titolo migliore di Selfie per la curiosa serie tv che passa in questi giorni sugli schermi arabi: autoritratto di un mondo arabo attonito, annichilito. Leggi
Damasco, la città che ci siamo abituati a vedere sui nostri schermi nell’estenuante catena di esplosioni-bombardamenti-morti riguadagna il prime time durante il Ramadan, mese che nel mondo arabo-islamico non significa soltanto digiuno e preghiera, ma anche abbuffata di fiction televisiva. Leggi
Piccoli video di qualche minuto: moderni, visivamente accattivanti, promozionali, carini. Per la sua propaganda il gruppo Stato islamico usa la gente comune di Raqqa, che va al mercato, fa la spesa, pesa le arance, assaggia la frutta. Bambini che giocano e corrono felici nei parchi, palloncini colorati che volteggiano nei cieli, e non manca neanche lo zucchero filato e il carretto dei gelati. Leggi
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