Paolo Pecere

È ricercatore di storia della filosofia all’università di Cassino e scrive di letteratura e cinema.

La scienza può fare a meno della filosofia e della storia?

Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli è il più sorprendente best seller degli ultimi mesi. Un saggio semplice e appassionante, dedicato alle più complesse teorie della fisica contemporanea, è stato capace a tratti di superare le vendite dei romanzi più popolari italiani e stranieri. Leggi

Quando il cervello somiglia all’anima

“Come può la semplice materia generare la mente?”. La ricerca neuroscientifica su questo tema costituisce oggi un campo di ricerca aperto e suscita un diffuso interesse. Ma i molti libri scritti da ottimi scienziati che negli ultimi vent’anni hanno tentato di raccontare queste ricerche hanno spesso adottato lo schema sobrio e trionfale tipico del racconto divulgativo, che non riesce a renderne gli aspetti più profondi e controversi. Phi. Un viaggio dal cervello all’anima del neuroscienziato e psichiatra Giulio Tononi è un’eccezione. Leggi

La scienza ridotta a oroscopo

Discipline come la genetica e la neuroscienza cognitiva condividono con l’oroscopo il fatto di fare predizioni sull’oggetto più interessante: me. Spesso, però, l’immagine pubblica del progresso di queste scienze porta con sé un’ideologia che non corrisponde all’effettiva teoria e pratica scientifica. Cosa succede in una cultura che non ha chiara la differenza tra un’ipotesi scientifica e una possibile e remota conseguenza della sua conferma? Leggi

Lo Hobbit, un tradimento durato tredici anni

Esce il terzo e ultimo episodio dello Hobbit. Ci sono voluti tredici anni, sei viaggi al cinema, più di 17 ore di visione, per non parlare dei dvd in extended version, ma adesso l’opera è compiuta. Parlo del singolo “film” in sei episodi sulla Terra di mezzo di Tolkien, voluto da Peter Jackson, che assomma la trilogia del Signore degli anelli e la trilogia gonfiata dello Hobbit perché – come dichiarò per giustificare il triplo adattamento di un libro di 300 pagine – nessun particolare della storia restasse “fuori dalla narrazione”. Leggi

L’invenzione della giovinezza al cinema

Boyhood di Richard Linklater e Il giovane favoloso di Mario Martone sono due film diversissimi che però affrontano uno stesso problema: la rappresentazione della giovinezza intesa come età solitaria, in cui il distacco dall’infanzia e dalla famiglia d’origine crea una ricerca d’identità e una messa in discussione di ogni certezza, capace di investire il mondo intero. Leggi

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