“Vogliamo il cambiamento”, urlano alcuni giovani di Lagos che cantano e ballano all’annuncio dei risultati del loro seggio elettorale di Ikeja la sera del 28 marzo. In questo quartiere popolare della capitale economica della Nigeria il loro candidato, Muhammadu Buhari, ha ottenuto più di due terzi dei voti, mentre quattro anni fa, nello stesso seggio, era stato il presidente in carica Goodluck Jonathan a imporsi su Buhari con un vantaggio davvero impressionante. Tre giorni dopo, la sera del 31 marzo, la loro gioia è ancora più grande. Leggi
Il vincitore delle presidenziali nigeriane del 28 marzo è Muhammadu Buhari, 72 anni, musulmano, candidato del partito All progressives’ congress, una coalizione di partiti dell’opposizione che si è formata per sostenere l’ex generale alle elezioni. Secondo risultati ancora non definitivi, ha ottenuto quasi 15 milioni di voti, contro i 13 milioni del presidente uscente, Goodluck Jonathan.
Regime militare. Buhari ha già governato la Nigeria dal 31 dicembre 1983 al luglio del 1985, dopo un colpo di stato che aveva destituito il primo presidente civile dopo una lunga dittatura militare. In quei venti mesi il generale Buhari divenne famoso per la sua “guerra contro l’indisciplina”: i nigeriani furono chiamati a rispettare regole severe, come formare code ordinate alle fermate degli autobus, pena le frustate da parte dell’esercito. I dipendenti pubblici venivano umiliati pubblicamente se arrivavano in ritardo al lavoro. Nella sua lotta alla corruzione Buhari fece arrestare almeno cinquecento politici, imprenditori e funzionari. Da molti fu considerata una mossa per eliminare probabili oppositori. Buhari ha difeso il colpo di stato del 1983 dicendo: “Dipende dal popolo: se scegliesse i leader giusti non ci sarebbe bisogno di un regime militare”. Dal 1999 si è sempre candidato alle elezioni, ma ha perso tutte e tre le volte.
Boko haram. Durante la campagna elettorale ha promesso di sconfiggere i jihadisti di Boko haram, che nel luglio del 2014 avevano attaccato il convoglio su cui stava viaggiando. Ha sempre criticato l’ex presidente Goodluck Jonathan per non essere intervenuto prima che la violenza del gruppo terroristico raggiungesse le dimensioni degli ultimi mesi.
Lotta alla corruzione. Buhari è sempre stato molto popolare tra gli abitanti del nord della Nigeria, una regione impoverita che non ha beneficiato quanto il sud dei proventi del petrolio. Grazie al suo passato da militare e alla sua politica improntata all’integrità e alla disciplina, è riuscito a imporsi come la guida di cui il paese ha bisogno per sconfiggere i jihadisti e la corruzione dilagante nel mondo della politica e dell’economia.
Il partito All progressives’ congress (Apc) di Muhammadu Buhari è in testa alle elezioni presidenziali con 13.760.482 voti. Il Partito democratico popolare (Pdp) del presidente Goodluck Jonathan è fermo per ora a 10.866.723 preferenze. Le due forze politiche confermano la loro predominanza rispettivamente nel nord, dove la popolazione è a maggioranza musulmana, e nel sud del paese, con l’Apc che conquista alcuni stati del sud. Mancano ancora i risultati degli stati di Edo, Delta, Sokoto, Yobe, Borno e Taraba.
Secondo i risultati parziali delle elezioni presidenziali, il candidato dell’opposizione Muhammadu Buhari è in vantaggio sul presidente uscente della Nigeria Goodluck Jonathan, con 8.520.436 voti contro 6.488.210.
Finora sono stati scrutinati i seggi di ventuno stati su trentasei. Mancano Lagos e Rivers, i più popolosi del paese, e diversi stati del sud, dove Jonathan può contare sul sostegno della maggioranza cristiana. Il conteggio dei voti riprenderà stamattina.
Per vincere al primo turno il candidato deve ottenere almeno il 25 per cento dei voti nei due terzi del paese, ovvero trentasei stati e il territorio federale della capitale Abuja. In caso contrario si andrà al ballottaggio.
Ancora una volta il presidente nigeriano Goodluck Jonathan si è dimostrato degno del suo nome, che significa buona sorte. Il 2 febbraio, tre minuti dopo che Jonathan aveva terminato il suo comizio nella città settentrionale di Gombe, un’attentatrice suicida si è fatta saltare in aria in un parcheggio vicino. Leggi
“Ogni giorno che passa la situazione diventa più spaventosa”, dichiara Ife Afolabi, un’insegnante nigeriana, mentre guarda la prima pagina del quotidiano The Guardian di Lagos, il suo preferito. Il giornale parla dell’attentato del 10 gennaio al mercato di Maiduguri, il capoluogo dello stato di Borno, nel nordest della Nigeria. A portare l’esplosivo sarebbe stata una bambina di dieci anni. Bilancio: una ventina di morti. Qualche giorno prima Boko haram aveva massacrato in modo sistematico la popolazione di Baga, sempre nel nordest del paese. Secondo le stime di Amnesty international, i morti sarebbero duemila. Leggi
A metà febbraio in Nigeria ci saranno le elezioni, e per quanto possa sembrare strano al centro della campagna elettorale non c’è solo Boko Haram. I terroristi islamici uccidono 500 persone al mese, ma la maggioranza dei nigeriani sembra considerare Boko Haram come un problema tra i tanti, una questione meramente locale. Leggi
Il presidente Goodluck Jonathan chiederà al parlamento nigeriano di estendere lo stato d’emergenza nei tre stati di Borno, Yobe e Adamawa, colpiti in questi mesi dai terroristi di Boko haram. Lo stato d’emergenza dovrebbe scadere alla fine settimana. Reuters
Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha detto che si ricandiderà per un secondo mandato alle elezioni presidenziali in Nigeria previste per febbraio del 2015. Reuters
Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha confermato che si ricandiderà alle elezioni del febbraio del 2015.
Sarà presentato dal Partito democratico popolare (Pdp), al potere sin da quando, nel 1999, si sono reinsediati i governi civili dopo la fine del regime militare.
Jonathan, eletto nel 2011, è stato accusato di non fare abbastanza per fermare l’offensiva dei terroristi di Boko haram e la corruzione nel governo e nelle istituzioni del paese. Bbc
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