A Hong Kong ci sono stati violenti scontri tra polizia e manifestanti. Il bilancio è di 44 poliziotti feriti e 24 persone arrestate. Gli scontri sono cominciati dopo che la polizia ha cercato di multare alcuni venditori ambulanti di cibo senza autorizzazione nel quartiere operaio di Mong Kok. Leggi
Il governo di Hong Kong è riunito per discutere il controverso pacchetto di riforme politiche in vista della votazione che dovrebbe svolgersi il 18 0 il 19 giugno. Centinaia di attivisti per la democrazia si sono riuniti davanti alla sede del consiglio legislativo della città.
Il pacchetto include il regolamento per le prossime elezioni generali del 2017, nelle quali per la prima volta i cittadini dell’ex colonia britannica avranno il diritto di votare per il chief executive, il capo dell’amministrazione della città. Ma i manifestanti criticano il fatto che i candidati dovranno prima essere esaminati da una commissione di Pechino e chiedono una maggiore autonomia e libertà nelle elezioni. Centinaia di agenti sono stati schierati davanti alla sede del consiglio legislativo per evitare disordini.
Perché il pacchetto sia approvato è necessaria la maggioranza dei due terzi dei voti dell’assemblea. I componenti dell’opposizione, per i quali il meccanismo proposto non è sufficiente a garantire una selezione democratica del governo, hanno promesso che voteranno contro, nonostante gli appelli cinesi. Pechino ha messo in guardia contro le “forze radicali” attive a Hong Kong, in seguito all’arresto, il 15 giugno, di dieci persone sospettate di voler organizzare un attentato dinamitardo. Sei sospettati compariranno in tribunale oggi, per rispondere dell’accusa di cospirazione.
A più di sei mesi dalle proteste di Occupy central, i manifestanti di Hong Kong tornano in strada per la tradizionale veglia notturna del 4 giugno, a ricordare la strage di piazza Tiananmen del 1989. La manifestazione, che ha ricevuto il benestare delle autorità locali, è anche l’occasione per ridare fiato alle proteste contro l’influenza della Cina sulla politica dell’ex colonia britannica, tornata sotto il controllo di Pechino nel 1997 ma con un alto grado di autonomia su temi come libertà d’espressione e democrazia, secondo il principio di “un paese, due sistemi”.
“Occupy, in qualche modo, è stata un piccolo 4 giugno per Hong Kong”, ha dichiarato Lee Cheuk-yan, tra gli organizzatori della veglia, “non dovremmo separare la nostra lotta per la libertà da quella cinese. Dovremmo unirle e combattere insieme”.
Il movimento per la democrazia Occupy central si opponeva all’eccessiva influenza cinese sulla politica di Hong Kong, in particolare per l’imposizione di candidati alle elezioni locali decisi da Pechino. Le proteste, durate 79 giorni ed estese in diversi quartieri centrali della città, furono disperse dalla polizia di Hong Kong.
Durante la veglia per ricordare la protesta condotta nel 1989 da studenti, intellettuali e operai e repressa dall’esercito cinese, sul palco allestito nella zona portuale di Victoria park saranno mostrate immagini e simboli di Occupy. In particolare, verrà portata sul palco una statua raffigurante la dea della democrazia – come quella che gli studenti pechinesi portarono in piazza Tiananmen – con un ombrello giallo, simbolo delle proteste di alcuni mesi fa.
Gli organizzatori prevedono la partecipazione di decine di migliaia di persone, ma quest’anno per la prima volta la Federazione degli studenti di Hong Kong ha deciso di disertare la manifestazione. Billy Fung, presidente dell’Unione degli studenti universitari di Hong Kong, ha spiegato di non essere d’accordo “sul fatto che la Cina debba avere la democrazia prima di Hong Kong”, chiarendo che scendere in piazza una volta all’anno a cantare slogan non è abbastanza.
A Hong Kong centinaia di manifestanti per la democrazia sono tornati in piazza per chiedere che si tengano libere elezioni nell’ex colonia britannica controllata dalla Cina. I manifestanti del movimento Occupy central, il cui simbolo è diventato l’ombrello giallo, ha sfilato per le vie centrali della città anche per commemorare il ventiseiesimo anniversario della strage di piazza Tiananmen, avvenuta tra il 3 e il 4 giugno del 1989.
A Hong Kong la polizia ha arrestato numerosi attivisti durante lo sgombero dell’ultima occupazione della città, quella di Causeway Bay. L’accampamento più grossa, quello di Admiralty, era stato sgomberato la scorsa settimana. Per due mesi gli attivisti per la democrazia hanno protestato nel centro della città, in tre zone, per chiedere libere elezioni nel 2017. South China Morning Post
Tutta la storia di Occupy central dall’inizio del movimento per la democrazia a Hong Kong fino allo sgombero di ieri delle ultime barricate. Leggi
Gli attivisti del movimento Occupy central di Hong Kong hanno ricevuto l’ordine di lasciare l’accampamento di Admiralty, uno dei più attivi della protesta cominciata il 27 settembre.
L’ordine, emesso dall’alta corte di Hong Kong, dà il via libera alle autorità per sgomberare tre zone dell’accampamento. Copie dell’ordinanza sono state pubblicate dai giornali locali e affisse nelle strade. Lo sgombero avverrà l’11 dicembre alle 9 ora locale (le due di notte in Italia).
L’ingiunzione contro il sito della protesta è stata emessa in seguito alla richiesta presentata il 1 dicembre della compagnia di autobus All China express, secondo la quale la protesta stava rovinando i suoi affari. South China Morning Post
Joshua Wong, uno dei leader della protesta per la democrazia a Hong Kong, ha interrotto lo sciopero della fame che aveva cominciato cinque giorni fa. Wong, 18 anni, ha ripreso a mangiare su consiglio dei medici. “Il fatto che ho interrotto lo sciopero della fame non significa che il governo può ignorare le nostre richieste”, ha detto Wong al New York Times. Wong è tornato in piazza, ma i manifestanti per la democrazia sono sempre di meno, sono rimasti solo due accampamenti e meno persone partecipano alle proteste contro il governo cinese per chiedere libere elezioni nel 2017. The New York Times, Bbc
Benny Tai, Chan Kin-man, il reverendo Chu Yiu-ming e decine di loro sostenitori sono stati rilasciati senza accuse dopo essersi consegnati alla polizia di Hong Kong. I tre organizzatori del movimento avevano firmato una nota in cui dichiaravano di aver preso parte alla protesta sin dal 28 settembre, violando l’ordinanza sull’ordine pubblico.
Altri sessanta attivisti avevano sottoscritto la lettera, dando dettagli sulla loro identità e sulla loro partecipazione al movimento. La polizia ha dato loro un modulo da compilare sulle possibili infrazioni commesse, ma per ora non ha preso ulteriori provvedimenti. South China Morning Post
I tre fondatori di Occupy central si sono consegnati alla polizia di Hong Kong. Benny Tai, Chan Kin-man e Chu Yiu-ming potrebbero essere accusati di “assembramento illegale”. I leader degli studenti, invece, per ora hanno escluso la resa, anche se il leader Alex Chow ha detto che “è solo una questione di tempo” e che la federazione degli studenti discuterà di come interrompere la campagna.
Una fonte della polizia ha rivelato che più di duecento persone sono state identificate nell’ambito di un’indagine sul movimento di disobbedienza civile. Si tratta di giovani che si sono scontrati con la polizia durante le proteste. South China Moring Post
I tre fondatori di Occupy central hanno annunciato che si consegneranno domani alla polizia di Hong Kong per affrontare le conseguenze legali del movimento di disobbedienza civile.
Benny Tai Yiu-ting, Chu Yiu-ming e Chan Kin-man hanno spiegato la loro decisione in una conferenza stampa, aggiungendo che saranno accompagnati da alcuni sostenitori. I tre fondatori originari hanno esortato gli studenti a ritirarsi dai luoghi occupati da oltre due mesi: “Per la sicurezza dei manifestanti e in nome del nostro intento originale di amore e pace, ci apprestiamo alla resa e chiediamo agli studenti di ritirarsi per piantare profonde radici nella comunità e trasformare il movimento estendendone lo spirito”.
La decisione dei tre leader è in disaccordo con la federazione degli studenti, che ha invece esortato a portare avanti la protesta, e con il leader Joshua Wong, che ieri ha cominciato uno sciopero della fame. South China Morning Post
I fondatori del movimento Occupy central di Hong Kong chiedono ai manifestanti di ritirarsi. Afp
Dopo la nottata di scontri tra gli attivisti del movimento Occupy central e la polizia di Hong Kong durante la quale 58 persone sono state ferite e quaranta arrestate, il governatore di Leung Chun-ying ha esortato i manifestanti ad andare a casa per evitare lo sgombero da parte delle forze di polizia. Nel suo discorso Leung ha detto:
Alex Chow Yong-kang, uno dei leader della protesta, ha ammesso che l’iniziativa dei manifestanti di circondare il palazzo del governo locale nel complesso è stata un fallimento perché non ha raggiunto l’obiettivo di paralizzarne le attività. Chow ha detto che gli studenti discuteranno se ritirarsi o continuare la protesta:
South China Morning Post
Centinaia di attivisti del movimento Occupy central si sono scontrati con la polizia mentre cercavano di circondare il palazzo del governo locale, sfidando l’ordine di ritirarsi dopo oltre due mesi di protesta. I manifestanti hanno percorso le strade del quartiere di Admiralty portando in mano gli ombrelli gialli simbolo della protesta. Gli agenti hanno usato spray al peperoncino e manganelli per disperdere la folla.
I nuovi scontri sono avvenuti dopo quattro notti di tensioni tra polizia e attivisti nel distretto di Mong Kok, sgomberato dagli agenti la settimana scorsa.
La polizia di Hong Kong si è scontrata con gli attivisti del movimento Occupy central che tentavano di circondare gli uffici governativi.
Gli agenti hanno respinto i manifestanti con spray urticanti e manganelli nelle strade attorno al campo di Admiralty, uno dei centri più attivi della protesta. Diversi agenti sono stati feriti e quaranta persone sono state arrestate.
Le tensioni sono cominciate la sera del 30 novembre, quando i leader del movimento hanno convocato una manifestazione davanti agli uffici del governatore Leung Chun-ying per protestare contro la decisione dell’esecutivo locale di rimuovere le barricate nel quartiere di Mong Kok la settimana scorsa. Bbc
Sono riprese le tensioni tra gli attivisti di Occupy central e la polizia a Hong Kong. Un gruppo di manifestanti ha cercato di rioccupare le strade del quartiere di Mong Kok, sgomberate dagli agenti. Nonostante i ripetuti appelli della polizia ad allontanarsi pacificamente, la folla ha risposto con cori come “vogliamo il suffragio universale” e “vogliamo la vera democrazia”. Gli attivisti avevano promesso di tornare in strada dopo che centinaia di agenti avevano rimosso le barricate e riaperto il traffico su Nathan Road, una delle strade principali del distretto. South China Morning Post
Sette poliziotti di Hong Kong sono stati arrestati per aver picchiato un attivista del movimento Occupy central durante gli scontri di metà ottobre. Secondo una nota della polizia, gli agenti erano già stati sospesi ed erano in stato di fermo con l’accusa di assalto con percosse.
L’incidente è avvenuto il 15 ottobre, quando i manifestanti si sono scontrati con la polizia per evitare la rimozione delle barricate nel quartiere di Admiralty, uno degli epicentri della protesta. Un video diffuso dalla televisione mostrava i poliziotti che picchiavano l’attivista Ken Tsang Kin-chiu. Bbc
Nella notte la polizia di Hong Kong si è scontrata di nuovo con i manifestanti di Occupy central, durante lo sgombero delle barricate nel quartiere di Mong Kok. Gli agenti hanno arrestato 116 persone. Tra i fermati ci sono due studenti considerati i leader delle proteste: Joshua Wong e Lester Shum.
Albert Chan, manifestante del gruppo People power, ha dichiarato: “Le persone sono molto pacifiche, non hanno usato alcuna violenza. Si mettono in fila per affrontare la polizia. Ma quando la polizia usa lo spray al peperoncino o altri nuovi strumenti, succede che molte persone rimangano ferite”. Reuters
Le autorità di Hong Kong hanno smantellato una parte delle barricate del quartiere di Mong Kok, uno dei luoghi della protesta del movimento per la democrazia Occupy central. Leggi
Un gruppo di manifestanti del movimento Occupy central si è riunito davanti al consolato britannico di Hong Kong, per protestare contro il mancato sostegno dell’ex potenza coloniale.
I manifestanti hanno presentato una petizione alle autorità del consolato in cui chiedono a Londra di condannare la violazione cinese dell’accordo del 1984, in base al quale i cittadini di Hong Kong avrebbero dovuto godere di un’ampia autonomia. Afp
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